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The perfect day

Che cos’è un perfect day? Bè, per me ad esempio è una mattina di vacanza che inizia senza l’odioso suono della radiosveglia e ad un orario ragionevole. Un orario in cui la mia mente e la mia bocca, risvegliatesi dolcemente, riescono a coordinarsi in maniera così perfetta da emettere suoni comprensibili persino all’orecchio umano. Una breve doccia, una colazione marmocchia ammazzata a colpi di pandoro e latte caldo (lei) carteddate e cappuccio (io). Chè stamattina volevamo stare leggere.

Uno sguardo alla posta elettronica, due parole con le amiche mamme smartphonizzate e un dvd della Pimpa, che tiene occupata la nana quanto basta per prepararmi. Una passeggiata all’aria aperta, sebbene il tempo non sia dei migliori, un breve giro in libreria e poi, zainetto in spalla, via dai nonni.
Mamma, io vojo stale semple cun te!”
Dice lei con gli occhi a triglia. Ma io non ci casco.

Se non devi andale a lavolo, perlchè mi lasci dai nonni?” chiede piagnucolando l’astuta Marmocchia, puntando evidentemente sui sensi di colpa. Ma io tengo duro. Niente panico. Focalizza l’obiettivo, focalizza l’obiettivo. Puoi farcela.

Ore 12.15, demarmocchizzata sfreccio verso casa dell’ amica di sempre per viverci il nostro regalo di Natale: un paio d’ore di puro relax in un nuovo hammam. Gasate come due pischelle alla loro prima uscita senza mamma e papà, ci rechiamo eccitate al nostro appuntamento. Ad accoglierci una signora molto cortese e la struttura sembra niente male. Il tempo di prepararci e veniamo subito indirizzate verso una porta a vetri al di là della quale s’intravedono luci soffuse e un po’ di vapore. Ecco, forse un po’ troppo vapore. Tanto che procediamo a tentoni nella nebbia fitta finchè veniamo acchiappate da un’energumena che, dito puntato contro il nostro naso, ci spedisce in sauna con dei modi che lasciano poco spazio alle repliche: “tu e tu: sauna!”.

Lì dentro rischiamo di liquefarci ma, non avendo il coraggio di uscire, resistiamo rassegnate al nostro destino...

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