Domande marmocchie tagged posts

(Ancora) conversazioni marmocchie

Qualche giorno fa ascoltavo la seguente conversazione tra nonno e nipote:

nonno e nipote

Ho idea che un giorno, non troppo lontano, il mondo imploderà a causa delle loro conversazioni totalmente prive di senso. Dovreste vedere l’assoluta scioltezza con la quale conducono amabilmente il dialogo, ignorando a vicenda l’uno le affermazioni dell’altra o rispondendo parole a caso a domande a caso, poste in un momento qualsiasi tra il presente e un passato più o meno prossimo.

Sul “come si chia...

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Conversazioni marmocchie

Lei cresce, fa domande, impara cose e le racconta a modo suo. Mi fa ridere e mi mette in crisi con i suoi quesiti strambi, la mattina presto, prima di aver preso il caffè (e coscienza di chi sono e dove siamo):

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Quella prof d’italiano

Qualche giorno fa la Marmocchia mi ha chiesto qual è la maestra che mi manca più di tutte. La risposta mi è venuta spontanea e ha stupito anche me.

In terza superiore cambiai sezione e capitai nella classe in cui insegnava (o, per meglio dire, esercitava la sua dittatura) la prof d’italiano più temuta della scuola (del paese? dell’universo mondo?)

Lei ti dava...

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Non mi abituerò mai

Drone_49a

La porta si spalanca all’improvviso cogliendomi proprio sul più bello.

Mammina, che fai?

Sono in conference call con Singapore, non vedi? – sarei tentata di dire – Mammina fa, aehm, i bisogni dico invece, sperando che l’uso della terza persona restituisca un po’ di dignità e la giusta distanza all’accaduto.

Capisco – fa lei – quelli lunghi o quelli veloci? indaga, totalmente a suo agio con il tema trattato.

Ecco, se c’è una cosa a cui non mi sono ancora abituata è il fatto che le mie normali funzioni fisiologiche possano essere argomento di discussione.

Lunghi… dico io titubante.

Oh bé, allora...

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La giornata perfetta

mood

Succede che, per un triplice attacco di sfiga, lo scorso sabato rimango intrappolata in casa da sola con la Marmocchia. E se avete provato l’esperienza, capirete bene che intrappolata è proprio il termine giusto.

Fuori Milano sfodera il suo volto peggiore, lasciandosi andare a quel grigio topo che non è solo il colore del cielo ma diventa il colore di tutto: delle case, delle strade, della natura, della gente. Lei ha la febbre, lui non c’è. Io sono colta da tremendo sconforto.

Il risultat...

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La vita ante marmocchia, ovvero di quando noi tre eravamo in due

Fino a pochissimo tempo fa la Marmocchia trovava piuttosto improbabile, per non dire impossibile, che esistesse una vita prima della sua venuta al mondo. Quando qualcuno raccontava un aneddoto terminando la frase con “Eh ma tu non eri ancora nata” storceva il naso e sfoderava il suo miglior sguardo di dissenso.

Col tempo ha imparato ad accettare, seppure con un certo rammarico, che ci fosse comunque una certa forma di vita su questo pianeta prima della sua nascita. Sebbene temo si chieda tutt’ora che caspita facessimo noi tutti senza di lei. E non solo noi eh, ma pure voi!

Comunque, ogni volta che attacca con le domande sulla vita prima di lei, finisce sempre in un bagno di sudore.

Che quando si parla del nostro matrimonio va bene. Tanto ormai ha visto il filmino di nozze talmente tante vo...

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La rassicurante ammissione di un “non lo so”

Da ragazza ero pazza di questo film con Meg Ryan e Andy Garcia (vabbè, possiamo pure dire che ero pazza di Andy Garcia che diciamo bene lo stesso), che credo in italiano s’intitolasse Amarsi, o qualcosa del genere.

Quello che ogni volta mi lasciava senza fiato era il pezzo in cui lei faceva tipo: basterebbe che tu, anche per una sola volta, mi dicessi semplicemente non lo so.

Pazzesco, no? Praticamente gli chiedeva di smettere di cercare soluzioni materiali ai suoi problemi, perché non tutti i problemi hanno bisogno davvero di soluzioni materiali. Che a volte, invece, basterebbe magari anche solo un abbraccio. Non ostinarsi a trovare per forza una risposta o fingere di sapere sempre tutto, giusto per ostentare una sicurezza che poi tanto non rassicura nessuno.
A volte basterebbe semplice...

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Le domande dei marmocchi: la stagione dei perché

La stagione dei perché, un po’ come il Natale o la stagione degli amori, quando arriva arriva. D’un tratto il tuo marmocchio, mediamente curioso, si trasformerà nella Sacra Inquisizione senza lasciarti un solo minuto di tregua.

Improvvisamente perché diventerà il sottofondo delle tue giornate, una specie di litania costante che farà eco ad ogni tuo pensiero.

Marmocchia, sei contenta che fra poco finisce la scuola?

Perché?

Perché è giugno, e a giugno inziano le vacanze estive.

Perché?

Perché l’anno scolastico va da settembre a giugno.

Perché?

Passo.

E questa è ancora una conversazione tutto sommato rispettabile. No perché a volte:

Buongiorno Marmocchia!

Perché?

Cioè, capite che c’è poco da fare, no?

E poi:

Perché, perché perchéééé?

Marmocchia smetti di dire perché se...

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Le domande dei marmocchi: la faccenda si complica

E io dov’ero? Perché non c’ero? Cosa stavo facendo?

Un fiorino.

Ogni volta che guardiamo le foto o il filmino del matrimonio è sempre la stessa cosa. Finisce che ci stende di domande rimanendo sempre alquanto perplessa dalle risposte.

Vuoi per la febbre alta che induceva il delirio verbale peggio del solito, vuoi che i quattrenni di oggi c’hanno più domande dei quindicenni di ieri, ma questo week end, sequestrati in casa dall’influenza, la faccenda s’è fatta complicata.

Eri nei pensieri della mamma e del papà!

Già, ma che vuol dire? C’ha ragione se poi fa la faccia basita e t’infila altri dieci perché di seguito. Che poi fondamentalmente si riconducono ad un unico quesito: perché avevate una vita (piuttosto divertente per di più) prima di avere me?

Inconcepibile, nevvero?

E non puoi nemmeno tirare una risposta a caso, eh. Perché due settimane dopo, in maniera perfettamente pertinente, te la spiattella in faccia specificando: l’hai detto tu! Meglio se in pubblico, s’intende.

La Marmocchia cresce a vista d’occhio. Fino a ieri a tavola si parlava della giornata all’asilo, cercando di ricomporre il puzzle delle parole che buttava qui e là, per farne un pensiero compiuto. Ora invece sei lì che addenti un raviolo e lei Mamma, ma io sposerò un maschio o una femmina?

Chiedo l’aiuto del pubblico, compro una vocale e giro pure la ruota. Meglio ancora: mi avvalgo della facoltà di non rispondere.

Perché la mamma e il papà di G. vivono in due case diverse? Cosa fa Gesù Bambino dopo Natale? Perché M. ha una maestra solo per lei?

Consapevoli che le risposte potrebbero influenzare il suo pensiero in ma...

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