Al parco col marmocchio tagged posts

I venerdì col marmocchio: il Parco Arcadia di Bareggio

Per i nostri venerdì col marmocchio (che ultimamente ho un po’ trascurato, ma giurin giuretta che mi ci applicherò di più e anzi vi voglio anticipare che passeremo diversi venerdì all’aria aperta un po’ per tutti i gusti) oggi vi porto al Parco Arcadia di Bareggio, uno dei parchi più conosciuti (e meravigliosi) dell’hinterland milanese.

A Baregggio vi attendono 200.000 metri quadri di parco da percorrere con i vostri marmocchi a piedi o in bicicletta. Che scegliate l’una o l’altra alternativa, la passeggiata all’interno del parco vi lascerà di certo a bocca aperta.

Si tratta di un vero polmone verde che ra...

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Non aprite quel cancello 2: #ParchettoSottoCasaVictims

Che uno poi potrebbe dire: Ma come, tanto orrore nei confronti del Parchetto Sotto Casa e poi ti si trova sempre lì?

È che, credetemi, quando il Parchetto Sotto Casa ti sta proprio… sotto casa, evitarlo è una vera sfida. Qui si tratta di arrendersi o cambiare casa. Perché nessun’altra alternativa pare distrarre a sufficienza la Marmocchia dal richiamo delle amichette che giocano festose al di là della rete. A niente vale promettere il parchetto, quello vero, con un meraviglioso tappeto d’erba su cui lanciarsi in corsa, paperelle, tartarughe e una varietà di pennuti da far girar la testa. Il diversivo pomeriggio dai nonni funziona solo per un breve periodo di tempo (durante il quale il Parchetto Sotto Casa viene invocato a gran voce e con tono supplichevole).

Se vi dico che orm...

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Il Parchetto Sotto Casa, ovvero: non aprite quel cancello

C’è che la primavera quest’anno si fa desiderare. E che dei pomeriggi in casa iniziamo ad essere davvero un po’ stufi. La Marmocchia si annoia, soffre gli spazi chiusi, reclama il suo diritto di giocare all’aria aperta.

E allora, in una giornata di tempo splendido più unica che rara ultimamente, vengo colta da un sentimento di comunione con il Parchetto Sotto Casa (ahia), quello con dieci centimetri quadrati d’erba e una fila di alberi smilzi che non farebbero ombra manco all’uomo invisibile.

Vengo colta dal richiamo gioioso dei bimbi che sembrano divertirsi come matti e dei loro genitori che conversano amabilmente. E allora cosa faccio? Ma ti propongo alla Marmocchia (di mia spontanea volontà e senza aver precedentemente fatto uso di alcolici) di fermarci a giocare.

Ora, dovete sa...

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Robedamamma capitolo 14: di quando ho scoperto che i nani a tre anni fanno già i provoloni

Lei si presenta con abitino fucsia, cerchietto con fiocco e ballerine minnie style (alle quali peraltro la sottoscritta sta facendo il filo dal dì dell’acquisto). L‘outfit è interamente scelto da lei (in virtù dell’acccordo per cui io le lascio scegliere i vestiti e lei mi  promuove mamma del secolo, dimezzando i miei doveri morali nei suoi confronti, ricordate?).

Al parco sotto casa incontra un compagno di classe. Trattasi di nano che aveva già in precendenza messo un’opzione sulla Marmocchia così, tanto per stare tranquillo.  Lui, forse abituato a vedersela alle otto di mattina con le vuitton sotto gli occhi, la reattività di un bradipo annoiato e la divisa ufficiale dell’asilo (nel nostro caso magliettaccia in tinta col colore della...

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Al parco col marmocchio: passano gli anni ma la fauna non cambia

Se marzo si dice pazzerello, questo aprile è stato totalmente fuori di testa. E piove, otto gradi: tutti dentro. Esce il sole, venti gradi: tutti fuori. Eppure un tempo del clima mediterraneo se ne diceva un gran bene.

Così arriva il week end e, contrariamente a tutte le previsioni, da dietro le nuvole si affaccia timido il sole. E allora che si fa? Noi si va al parco a recuperare i pomeriggi perduti per via della pioggia. E si fanno incontri importanti.

Qualche tempo fa avevamo già parlato della fauna maschile e femminile che abita i parchi in città. Ecco, sabato abbiamo incontrato una specie di creatura mitologica che incarnava tre su quattro delle categorie maschili individuate nel post di cui sopra, unendo a tutto ciò un uso di congiuntivi e condizionali (ma più in generale della lingua italiana) a dir poco creativo.

Ci rechiamo in questo parchetto (lo so, sembra il parco di Yosemite e invece si trova nella provincia sud di Milano… magie dei filtri Instagram)

e dopo una breve passeggiata a rimirar pennuti (in particolare la Marmocchia adora cigli e galini – per la traduzione si veda il glossario marmocchio) ci fermiamo nell’area gioco.
L’altalena accanto a noi rimane libera per poco, perchè ti arriva lui. Marmocchia recalcitrante e moccolosa alla mano, inizia a spingere alternando perle di saggezza, humor inglese e congiuntivi ad minchiam, mentre la nana sbraita, nello stesso fantasioso italiano, all’indirizzo di tutti i presenti.

Lui continua il suo monologo col quale c’informa della sua attuale situazione abitativo-lavorativo-sentimentale con innumerevoli dettagli, peraltro non richiesti. E c’è la crisi, mantenere i figli costra troppo e non ci sono più le mezze stagioni. Vorrei rincuorarlo ricordandogli quei bontemponi dei Maya, ma non so se coglierebbe la sottile ironia.

Che poi io, se avrei saputo che finiva così, mica li facevo tre figli!”

Invece io se avrei saputo che t’incontravo, non avrebbi mai venuto in questo parco.

Intanto con la coda dell’occhio osservo la lingua italiana c...

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Al parco col marmocchio: la fauna maschile

Introdurrò l’argomento di quest’oggi con un piccolo antefatto accadutomi, a fagiuolo, proprio ieri pomeriggio.

Ore 16: Marmocchia alla mano mi reco al Parchetto. Non un parchetto, ma “il Parchetto”. Quello con le virgolette e la P maiuscola. Quello dove c’è il giostraio che compri due biglietti e te ne dà un mazzetto. Quello con l’erba vera che ci puoi correre sopra. Quello con le paperelle, i galli, le tartarughe e i piccioni, che però non puoi dargli da mangiare patate-riso-e-cozze o la caponata dell’altra sera e allora per non scrivercelo tutto ci scrivono solo “vietato dare da mangiare agli animali del parco”. Quello con la fontana e il laghetto, gli alberi di pesco e le distese di margherite. Quello che ogni volta mi chiedo quanto ci metteranno ad accorgersi che c’è un pezzo di terra edificabile e ci faranno un supermarket e un mega parcheggio oppure un condominio di 26 piani e un mini cortile in cemento. Insomma “il Parchetto”.

Saliam...

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La prima “carota” non si scorda mai

È domenica mattina e in una parco di periferia, con tanto di laghetto e paperelle, la nostra allegra famigliola sta facendo colazione.

Poco più in là una coloratissima giostrina ospita decine di marmocchi urlanti che, sulle note di “Ufo Robot“, “Johnny il Bassotto” e “Ilculettoèmioèmioperciò“, si stanno contendendo l’ambitissimo codino.

L’assonnata famigliola si avvicina alla giostrina e con un rapido calcolo, sebbene la mente sia ancora annebbiata, stima che la densità media di bipedi urlanti non è affatto bilanciata dalla presenza di un numero equo di bipedi accompagnanti. Vale a dire ci sarà sì e no un adulto ogni sette marmocchi.

Ciò può significare due sole cose: il tasso di n...

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Al parco col marmocchio

È sbocciata la primavera, o per meglio dire è scoppiata l’estate: 40 gradi all’ombra e il 98% d’umidità.

Certo, fino a ieri ci lamentavamo del freddo gelido, ora ce la prendiamo con il caldo torrido. Va bè, non è che uno vuole sempre trovare il pelo nell’uovo, è solo che a volte basterebbe avere una stagione chiamata “primavera” che duri almeno il tempo di togliersi il cappotto e, che ne so, magari sfoggiare per più di una settimana quella giacchetta primaverile per la quale, tra l’altro, hai speso una capitale.

Ebbene, approfittando di queste splendide giornate, la Marmocchia ed io abbiamo ripreso a frequentare assiduamente parchi e parchetti in città. E mentre lei scorazza allegramente tra scivoli e altalene, io mi perdo nell’osservazione estasiata della fauna che popola i parchi cittadini.

Ma pri...

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