Mi chiamo Valeria, ho 36 anni e almeno due vite alle spalle.
Nella prima facevo la ballerina di hip hop, studiavo lingue, dormivo quattro ore per notte e avevo una predilizione per i lavori più strambi e peggio retribuiti sul mercato.
I ragazzi erano un trattino rosa tra le parole ti-chiamo e ti-lascio e casa dei miei il posto dove, saltuariamente, apparivo ad ore pasti.
Scrivevo lettere, ridevo molto, non mi fermavo mai. Eppure ero sempre in ritardo su qualcuno o per qualcosa.
Nella mia seconda vita ho preso una laurea, sposato il Ninnatore e sfornato una Marmocchia. In quest’ordine di tempo ma non d’importanza.
Scrivevo lettere, ridevo molto, non mi fermavo mai. Eppure ero sempre in ritardo su qualcuno o per qualcosa.
Poi, il 22 novembre di tre anni fa, è iniziata un po’ la mia terza vi...
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