The thing is…

Il fatto è, amici miei, che avevo un’occasione preziosa, quella di tenere un corso di scrittura creativa. Uno spazio tutto mio, in cui poter condividere con altre persone l’amore che ho per le parole, per la scrittura, per i racconti, per i bei libri. Il sogno.

Per giorni ho avuto le bollicine nello stomaco, proprio come quando, da ragazza, mi innamoravo del bello di turno. Erano proprio quelle bollicine lì.

Nelle ultime settimane ho battuto passo passo Binasco (dove avrei dovuto tenere il corso), entrando in ogni negozio, circolo ricreativo, luogo di aggregazione di qualunque tipo per spargere la voce, distribuire volantini, farmi conoscere.

Ho stretto mani, risposto a domande, ricevuto sorrisi (qualche volta di tenerezza, lo ammetto), incontrato persone bellissime. E’ stato divertente. Faticoso ma divertente.

Ho stalkerato un gruppo di ragazzini all’uscita da scuola. Dai loro telefonini la musica a palla suonata all’unisono (sì, è vero). Dove andate, ragazzini? Che fate? La vostra mamma lo vuole fare un corso di scrittura creativa con me? Ho ricevuto sguardi obliqui mentre i volumi si alzavano. Ho sventolato i miei volantini in segno di pace: tranquilli, raga, sono una di voi. Lo sono dagli anni 90.

Ho scoperto un paese ospitale del quale, ora, conosco ogni centimetro quadrato. Ho trovato persone aperte e disponibili. Perché a Binasco la prima volta sei lo straniero. Dalla seconda sei una di loro.

Ho ricevuto proposte di ogni tipo, dal vuoi qualcosa da bere, al vuoi scappare con me? (True story).

Ho parlato, descritto, spiegato, sbagliando quasi tutti i congiuntivi nei momenti più importanti.

Ho suonato i campanelli di ogni negozio, lasciato i miei volantini commentando con un “oppalallà’” ogni volta che mi spalmavo contro una porta che mi si era richiusa alle spalle.

Ho scattato la foto più malinconica degli ultimi vent’anni, presagendo forse l’imminente disfatta.

Ho fatto volantinaggio come non lo facevo da prima degli anni 2000 parlando “della docente del corso” in terza persona (fare volantinaggio era già abbastanza, ammettere che lo stavo pure facendo per me stessa sarebbe stato forse un po’ troppo).

Finché un signore mi ha detto: ma che, fai ancora volantinaggio alla tua età? E allora confessare non mi è sembrato poi così male.

Ho chiacchierato un po’ di tutto con tutti, ascoltato storie bellissime, trovando nelle persone una disponibilità che mi ha proprio commossa.

Il fatto è, e lo sapevo fin dal principio, che senza il numero minimo di iscritti il corso non sarebbe partito. Il corso non ha raggiunto il numero. E quindi non partirà. Sebbene sapessi fin dall’inizio che sarebbe stata dura, ci ho sperato davvero tanto e ho messo in stand by parecchie cose (questo blog prima di tutto) per dedicarmi a questo progetto come meglio potevo.

Non vi nascondo che, in un primo momento, la delusione è stata tale da farmi dire “quanto tempo perso”. Eppure, dopo qualche giorno di riflessione, credo di poter dire che non è stato così. Certo, rimane che era un sogno e il sogno non si è realizzato. Ma se dicessi che non ho avuto niente da questa opportunità, seppur mancata, mentirei di certo.

Prima di tutto ho scoperto di avere amici preziosi che credono in me anche quando sono io la prima a non crederci troppo. Ho ricevuto aiuto e supporto dai “soliti noti”, su cui conto da sempre, ma ho fatto anche delle piacevoli nuove scoperte. Voglio davvero ringraziarvi tutti di cuore. Mi sono sentita supportata e amata, ed è una consolazione grande ora che le cose non sono andate come speravo. Il grazie più grande va certo al mio insegnante di scrittura che mi ha dato questa occasione. Il corso non parte ma la stima è un carburante importante che sono certa mi spingerà a fare meglio, a fare di più.

Il secondo tesoro prezioso che mi porto da questa esperienza è la consapevolezza di aver scelto il sogno giusto, quello in cui credere senza alcun dubbio. Detto tra noi, non credevo nemmeno di averla la forza sufficiente da investire in questo progetto. E invece, in un attimo, eccola lì.

Il terzo tesoro, che mi servirà di certo in futuro, sono le ore notturne di studio che ho dedicato a questo progetto. Mi hanno fatto sentire viva e preparata (anche se con più occhiaie del solito).

Il corso non partirà e io sono triste e delusa, certo, perché avrei voluto davvero mettermi alla prova. Sono triste e delusa soprattutto per quelle persone che avevano creduto in me e al corso si erano pure iscritti. Chissà chi siete, allievi miei mancati, chissà se riusciremo a ritrovarci prima o poi.

Ma oltre alla delusione, alla stanchezza, alla malinconia, mi resta un piccolo tesoro che questa esperienza mancata mi ha portato. E che terrò sempre con me.

Grazie a tutti del supporto, magari un giorno ci riproviamo e andrà meglio! 😉

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