Vederti crescere

Little dancer

È che sei cresciuta così, senza nessun preavviso. Fino a ieri intrecciavamo perline e guardavamo Masha e Orso. E oggi ti piace battermi a carte, chiacchierare di musica e guardare film e serie tv di cui io, diciamocelo, non capisco mai niente.

Ieri piangevamo guardando Ernest che salva il giudice dei topi. Oggi andiamo insieme al cinema a vedere Wonder e i titoli di coda ci trovano inconsolabili, tra lacrime e singhiozzi.

Ieri leggevamo il Gruffalò facendo le vocine. Oggi le vocine le fai tu leggendolo a tua sorella. E sei molto più brava di me.

sorelle

È questo il fatto, non c’è stato alcun preavviso, in questa tua improvvisa crescita. E se ieri eri la mia bambina, oggi sei una ragazzina e, per la prima volta da sempre, sento quanto il mio ruolo nella tua vita stia cambiando.

Camminiamo ancora fianco a fianco, ma a volte tu ti stacchi e acceleri il passo. Ti vedo allontanarti e so che seguirti non sarebbe giusto, perciò ti lascio andare. Non sono sempre brava a farlo, sto imparando, e spesso mi costa una fatica immane vederti andare via. Accettare che ci siano cose di te di cui verrò a conoscenza solo se sarai tu a volerle condividere con me, poi, è la parte più difficile.

La mia bambina, che nella sua playlist ha voluto i Pentatonix accanto alla Danza per la panza. “E’ per Francesca!” hai detto tu e io non ho voluto contraddirti.

Stai diventando grande, ma non è soltanto questo che mi turba. E’ che, mentre tu diventi grande, è come se i miei superpoteri di mamma si appannassero un po’. Quello di rendere speciali le tue giornate, ad esempio, ho scoperto che è un potere che da un po’ condivido con un tizio bassetto, tutto sorrisi e attenzioni. Intendiamoci, non è che abbia qualcosa in contrario se lui vuole partecipare a questo progetto di renderti felice. E’ che dopo nove anni di esclusiva, che ne so, mi ci ero un poco abituata.

Sei una sorella maggiore pazzesca e una rompi… ehm, una tale testarda. E più cresci e più diventi rompi… ehm, particolarmente determinata.

Da piccola dicevi che da grande volevi fare la maestra e la mamma. Mi faceva così tenerezza questo tuo desiderio di diventare proprio come le persone che si occupavano principalmente di te durante la giornata. Mi faceva pensare che poi, alla fine, forse stavo facendo un buon lavoro.

Ora dici che sarai un pediatra oppure una ballerina. E io annuisco, tutta presa a pensare che qualunque cosa vorrai diventare da grande, quel “da grande” si sta avvicinando a passi troppo svelti.

Forse è solo che questo momento lo aspettavo ma non me lo aspettavo.

Perché so che è soltanto l’inizio di sfide sempre più grandi che dovremmo cercare di affrontare, insieme e da sole, vicine eppure allontanandoci. E come si faccia io proprio non lo so.

O  forse, più semplicemente, è che prima era più facile crederti quando mi dicevi che al tuo compleanno il posto accanto al tuo sarebbe stato per sempre mio.

Cresci piano, signorina, che qui si fatica proprio ad abituarsi.

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