Interrompere con serenità l’allattamento prolungato
Come dico sempre, allattamento e serenità sono, e devono essere, due facce della stessa medaglia.
Per avviare e vivere l’allattamento in maniera serena occorre rispettare esigenze di mamma e bambino, trovare il proprio equilibrio e avere pazienza. Quello che avrete in cambio, con un piccolo sforzo iniziale, vi ripagherà milioni di volte in più.
Allo stesso modo, mi sono resa conto che anche smettere di allattare, e farlo in maniera serena, richiede il rispetto delle esigenze di madre e figlio, pazienza e qualche piccolo accorgimento.
Ho allattato la mia prima bambina per quindici mesi dovendo smettere bruscamente per motivi di salute. Inutile dire che non era quello che desideravo, anche se poi entrambe abbiamo saputo, in qualche modo, affrontare il distacco e trovare il nostro nuovo equilibrio.
Con la Sorellina sono stata molto più fortunata. Abbiamo raggiunto la meta dei due anni e potuto aspettare il momento giusto per decidere che questa meravigliosa esperienza di allattamento prolungato poteva volgere al termine e lasciare un ricordo prezioso da custodire per sempre.
Ecco qualche piccolo accorgimento per smettere di allattare serenamente (parliamo di una decisone libera dopo un periodo di allattamento lungo).
La motivazione
Che venga da voi o dal vostro bambino la motivazione per decidere di smettere di allattare è molto importante. È la chiave che vi impedirà di avere ripensamenti o rimpianti. Il piccolo che non ha più interesse nel ciucciare o mostra segni di nervosismo nel farlo o ancora la mamma che vive con stress e ansia il momento della poppata o desidera affrancarsi da questo impegno durato ormai a lungo, sono tutte motivazioni valide e degne di essere prese in considerazione nel rispetto dei desideri di mamma e bambino.
Riconoscere il momento giusto
Non è necessario arrivare al “non ne posso più”, ci si può fermare anche prima. Allattare almeno fino all’anno, e oltre, è un regalo prezioso che possiamo fare ai nostri bambini. Se però questo diventa fonte di stress, nervosismo e malumore, insistere ha poco senso. Impariamo a leggere i segnali che vengono dal nostro piccolo e da noi stesse e non abbiamo paura di scegliere di smettere così come abbiamo scelto di andare avanti ogni giorno fin qui.
Il momento deve essere giusto per mamma e bambino.
Una sera, sul finire della scorsa estate, mia figlia ha rifiutato di attaccarsi al seno. Stava bene e si è addormentata con serenità, solamente non aveva voglia di ciucciare. Ero distrutta, dico la verità, non ero pronta a smettere. Ho amato molto allattare le mie bambine e
non volevo finisse così. Non ho insistito, ovviamente, per rispetto nei suoi confronti e la sera dopo sono stata a vedere cosa succedeva. Lei è venuta ad accoccolarsi, come sempre, e ha voluto attaccarsi. Non era il momento giusto per dire addio al l’allattamento.
Andare per gradi
Se i momenti in cui allattate il vostro bambino sono ancora diversi durante la giornata, sarebbe meglio smettere gradualmente eliminando le poppate fino ad arrivare a un unico momento, magari quello serale, che potrete poi prolungare ancora per qualche tempo se entrambi lo desiderate. Io sono arrivata all’unica poppata serale intorno ai 18 mesi della mia bambina e ho smesso completamente a 24 mesi.
Sostituire la poppata
Il tempo dedicato alla poppata serale può essere sostituito con un momento di coccole, un massaggio, leggere un libro, raccontare una storia.
Scegliete il vostro nuovo momento di intimità in base alle preferenze vostre e del vostro bambino e vedrete che la nostalgia delle poppate occhi negli occhi sarà sostituta dall’emozione di questi nuovi momenti insieme.
Acqua, latte o tisane sono valide alternative alla poppata della buonanotte (attenzione solo che siano privi di zuccheri).
Come smettere con serenità l’allattamento prolungato
Smettere di allattare un neonato di pochi mesi è di certo molto diverso che smettere di allattare un bambino di due anni. Può sembrare più complicato ma in realtà abbiamo degli strumenti in più per far sì che questo passaggio venga accolto con serenità.
Metodi ce ne sono parecchi, io stessa mi sono documenta a lungo prima di prendere una decisione. Io ho deciso di parlarne con la mia bambina in maniera diretta e chiara. Le ho spiegato che quelle sarebbero state le ultime serate di “ciuccia della buonanotte”. Abbiamo contato insieme: lunedì, martedì, mercoledì. Giovedì sera, come le avevo già spiegato, è stata l’ultima sera in cui l’ho allattata. Gliel’ho nuovamente detto, ci siamo godute occhi negli occhi la nostra ultima poppata finché lei si è addormentata. Ero serena perché avevo potuto scegliere liberamente il momento in cui smettere e felice per aver portato a termine questo lungo è bellissimo viaggio con lei.
Venerdì sera ci siamo accoccolate come sempre e abbiamo letto una storia. Lei ha chiesto “e la ciuccia?”
Ho risposto che, come le avevo spiegato, il latte non c’era più. Non ha fatto una piega, e ho avuto la conferma che questo era il momento giusto per smettere di allattare. Sarei stata pronta ad aspettare ancora se avessi avuto la sensazione di essermi sbagliata e che lei non fosse ancora pronta e, invece, è andata bene così.
Cosa fare se avete ancora latte
In questo post vi ho parlato di smettere di allattare scegliendo liberamente dopo un lungo periodo di allattamento. Smettere di allattare per necessità, quando il latte è ancora molto, richiede ovviamente una particolare attenzione e un supporto da parte di un esperto. Chiedete quindi parere al vostro medico per evitare spiacevoli inconvenienti.
Il latte si produce attaccando il bambino al seno. Per smettere occorre quindi ridurre gradualmente le poppate. Arrivata a un’unica poppata serale e ai 24 mesi di vita della mia bambina non ho avuto necessità di fare nulla in particolare.
L’unica accortezza che ho seguito è stata quella di interrompere e non tornare indietro, soprattutto per non creare confusione nella mia bambina.
È andato tutto bene, per fortuna. Abbiamo vissuto entrambe questo momento con serenità e ora abbiamo un bagaglio di ricordi preziosissimi che custodiremo con cura.
Vi va di raccontare la vostra esperienza?
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