“Senza biglietto da visita” di Veronica Viganò
Veronica Viganò, blogger di 40 spesi bene e Manager di Me stessa, è l’autrice di “Senza biglietto da visita“, un romanzo che ho letto tutto d’un fiato.
“Cosa sei disposta a lasciare per essere te stessa?” questa è la domanda che campeggia in copertina, una domanda che tutti dovremmo porci, soprattutto noi mamme lavoratrici, sempre in bilico tra quello che eravamo prima dei figli, e quello che siamo e desideriamo ora.
Rispondere non è facile, ma dopo aver letto il romanzo di Veronica, e aver annuito silenziosamente per buona parte del racconto, forse vi sarà tutto un po’ più chiaro. Il grande pregio di questo romanzo, e voglio dirvelo subito senza tanti preamboli, è che sarà come fare un viaggio dentro voi stesse. E alla fine vi assicuro che potrete dire di conoscervi meglio.
Ma le domande a cui sarete chiamate a rispondere non sono finite. Questo romanzo fa riflettere sulla conciliazione lavoro – famiglia in una maniera così profonda e reale che lo consiglio a tutti, non solo alle donne e future mamme ma anche agli uomini (futuri papà e non!).
C’è ancora spazio per le mamme lavoratrici nel nostro paese?
Esiste davvero la conciliazione lavoro – famiglia o è solo (ancora) pura utopia?
Si può cambiare totalmente l’ordine delle proprie priorità eppure rimanere fedeli a se stessi?
Tra lavoro e famiglia a cosa sareste disposte a rinunciare? Ma soprattutto, è davvero necessario rinunciare a una delle due?
Silvia, la protagonista di questo romanzo, è una donna in carriera che lotta ogni giorno contro il maschilismo che ancora serpeggia nelle grandi realtà aziendali. Raggiunto uno degli obiettivi a cui aspirava da tempo, Silvia resta inaspettatamente incinta. Quello che succede dopo nella sua vita, e nel suo cuore, è quello che è successo a molte di noi. Il dilemma è sempre quello: come conciliare la vita professionale con il proprio nuovo ruolo di mamma?
Intorno alla protagonista si snoda un coro di voci maschili e femminili: genitori, amiche, colleghi, capi, tutti pronti a dire la loro.
Ma la verità, alla fine, è una sola: la maternità cambia tutto e ci cambia così profondamente da rimescolare inevitabilmente le carte.
Alla fine, la domanda che vi sentirete rimbombare nella testa è una sola: diventare mamma e rivalutare le proprie ambizioni, stravolgere le proprie abitudini, riorganizzare le proprie priorità, significa tradire se stesse?
Leggete il libro, amiche mie, e provate a rispondere voi!
Volevo fare i miei complimenti a Veronica, per aver scritto una storia così profondamente vicina a noi mamme, per aver dato voce ai pensieri, ai dubbi, ai timori di molte di noi. E per averci un po’ come liberate tutte. Perché poi, ad essere sinceri, la cosa più grandiosa di questo romanzo è che dice proprio quello che noi mamme vorremmo sentirci dire più spesso:
non esiste un modo giusto o sbagliato di essere mamma, ognuno trova il suo modo migliore, facendo scelte, rinunce e compromessi. Ma non bisogna aver paura di cambiare, diventando mamme, perché il cambiamento che porta la maternità può essere un’enorme risorsa!
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