(Semplice?) Vita da mamma

Aerosol-bambini

La settimana appena passata si è aperta con la piccolina che ci ha svegliati in piena notte respirando che pareva avesse appena terminato la 500miglia di Indianapolis, a piedi. Mentre attendevo che albeggiasse per tirar giù dal letto il pediatra, mi esercitavo nel comporre mentalmente una molto probabile valigia per l’ospedale, perché è lì che temevo saremmo finite.

Broncospasmi, ma nemmeno del peggior tipo, perciò, dopo aver fatto visita al pediatra, e lasciato giù la paga settimanale, iniziavamo il nostro fitto programma di cura abbinato al Tetris del dove mollo la pupa da qui al fine settimana successivo. Erano le 10 di mattina, circa, di lunedì.

Nel pomeriggio, mollata la pupa con la nonna, accompagnavo la Marmocchia dal dentista. Il quesito da porre, fuori appuntamento, era il seguente: è un problema se le è appena caduto un molare? Ah, certo, non ho specificato. Il molare le era partito addentando un pezzo di pane qualche sera prima. Niente di strano, sia chiaro, se non che a quel dente c’era attaccato l’apparecchio che da qualche mese abita la bocca marmocchia. E vabbè.

Con un certo sollievo apprendevamo che no, non era un problema. Galvanizzate ripercorrevamo a ritroso i 20 km che separano lo studio dentistico da casa, pronte per affrontare il resto della settimana.

Martedì la Marmocchia senza un dente, rincasava da scuola anche senza unghia. Una cara compagna di classe, giocando con un mattone in giardino (???) glielo aveva lasciato cadere accidentalmente sul piede. Azzoppata, ma ancora ottimista, veniva colpita in serata dal raffreddore del secolo, gentilmente offerto dalla Sorellina.

Mercoledì, grazie al programma intensivo di tre aerosol, due pastiglie, mezza fialetta di gocce nasali più ettolitri di fisiologica somministrati a piacimento nel tempo libero (???), la piccolina dava i primi segni di miglioramento. Io i primi di decadimento. La sera, prima di stramazzare a letto, segnavo in agenda per il giorno seguente: ultimo giorno utile per farsi doccia e shampoo. Sperando di non bucare la scadenza.

Giovedì io e lui festeggiavamo 11 anni di matrimonio. Più io che lui, a dire il vero, perché anche l’uomo di casa veniva colpito e atterrato dall’influenza, fregandomi sul tempo e facendomi dire definitivamente addio ai miei progetti di lavarmi.

Oggi è venerdì e, nonostante tutto, mi pare di vedere la luce in fondo al tunnel. Ma forse sono semplicemente un’inguaribile ottimista.

Vita da mamma, ragazzi, niente di che. Semplice (???) vita da mamma.

 

 

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