Milano, a volte (e la mia vita pure) 

Milano Pinacoteca Bacio

Ho ripreso a lavorare. Niente di serio, eh, almeno per ora. Continuo a frequentare l’ufficio poco e malvolentieri, e il più delle volte vorrei essere altrove. Con la mia famiglia, per esempio. Ma anche su una spiaggia deserta col mare che mi fruscia nelle orecchie.

L’altro giorno ho googlato “trasferirsi alle Canarie”. E io alle Canarie non ci sono nemmeno mai stata. E no, il rientro non l’ho preso affatto bene.

Dopo un’estate così intensa, guardo a Settembre con una certa diffidenza. “Che vuoi, Settembre, perché sei già qui?

E poi c’è quell’altra cosa. Quella che noi “continueremo le nostre vite senza piegarci alla paura, senza cambiare le nostre abitudini“. Sono d’accordo, sono con voi. Ma poi, all’atto pratico, c’è che io vivo tra due grandi centri commerciali, a due passi da uno dei palazzetti dello sport più frequentati d’Italia e raggiungo in metropolitana l’ufficio, in pieno centro a Milano, due o tre volte a settimana.

Non mi piego, no, e non cambio le mie abitudini. Però mi cago sotto, questo sì, tutti i giorni, festivi inclusi. E mi sento piccola e impotente, in balia della vita e degli eventi. E come me, sono certa, moltissimi altri.

E allora un po’ te la prendi con questa città, che non vorresti così affollata, così “centrale”, così dannatamente bella, viva e complicata.

Milano santa maria del carmine

Poi però, l’altra mattina, in centro c’era una luce pazzesca che riempiva d’oro le strade e i palazzi tutt’intorno, col cielo in bilico tra la notte trascorsa e il giorno che doveva ancora essere. Ho pensato che tanto spesso mi sento anch’io così, sospesa tra quello che sono e quello che sto cercando di diventare. Di tirar fuori l’oro, però, non ne sono ancora capace.

Allora si va avanti, anche perché indietro, a questo punto, sarebbe pure inutile tornare.

Alla vita in infradito, col fruscio del mare nelle orecchie, ci si pensa ancora, qualche volta, ma l’anno sta per iniziare e sappiamo che possiamo affrontarlo.

Ci si fa coraggio, e quando il coraggio non basta, ci si fa l’abbonamento a Spotify e si pensa ad altro.

Siamo piccole cose, siamo come formiche,

come punti nel cielo, ci agitiamo, gridiamo, imprechiamo,

siamo buffi davvero.

Come foglie rimaste sui rami in autunno a tremare,

restiamo aggrappati a lottare col tempo,

con questo vento che continua a soffiare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L. Barbarossa “Appesi ad un filo”

2 comments to Milano, a volte (e la mia vita pure) 

  • raffaella  says:

    Anche io a volte mi sento cosiiii!!!

    • robedamamma  says:

      Ma vero? Buon settembre a noi, allora! 🙂

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