Tutti i colori della parola Mamma

Complimenti Signora, dice già “mamma”?
Sì, ma solo per lamentarsi!
Lei ha imparato a fare ma-ma-ma che poi, dopo qualche tempo, è diventato Mamma. Da lì a farne lo slogan ufficiale delle sue lamentele è stato un attimo.
La cosa buffa è che non ha la minima idea che Mamma è anche il nome con cui chiamarmi. Per ora ci esprime solo il dissenso. E con tutto il fiato che ha in corpo.
La Sorellina ha scoperto che dire Mamma è il modo più veloce per vedere risolti i suoi piccoli e grandi problemi.
Così, prima ha messo insieme la parola Mamma per puro caso e poi l’ha fatta diventare l’arma con cui mi tiene in pugno. Come se sorrisi, guance e cosciotte non fossero già abbastanza, s’intende.
Siamo passate in un niente dalla lallazione (ta-ta da-da- pa-pa) alla mammazione e Mamma è diventato il sottofondo delle nostre giornate.
Ha sonno, dice Mamma, ha fame, dice Mamma, è stanca, sporca, annoiata, dice Mamma. Vuole la pappa, la ciuccia, il giochino, un intrattenimento degno di questo nome, dice Mamma. E all’improvviso i suoi desideri diventano realtà.
Che furba la piccola, e nemmeno lo sa.
Che poi, a pensarci bene, non è forse così da sempre? Mamma non è la parola che scioglie i nodi, risolve i problemi, consola, protegge, sostiene, rafforza?
Ancora oggi non lo so quanti colori possa avere la parola Mamma. Tanti, tantissimi, ne sono certa, e ogni giorno ne scopro altri insieme a lei in attesa del momento in cui troveremo insieme la sfumatura più nostra di tutte: quella con cui finalmente mi chiamerà mamma.
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