Back to school. Back to… what?
Come ormai da tradizione, ogni anno, il più possibile a ridosso dell’inizio della scuola, io e lei ci imbarchiamo nell’acquisto del materiale didattico. Il primo passo è sempre lo stesso, farsi girare la lista da qualcuno che, ormai è ovvio, la nostra è andata persa.
Fiduciose e motivate ci rechiamo al più vicino centro commerciale, reparto cancelleria, che per l’inizio della scuola occupa l’intero atrio centrale dell’ipermercato più una decina di corsie da ambo i lati. Un dedalo di forbici a punta tonda, confezioni di colla in comodi pack da 20/30 pezzi – che tante certezze sulla scuola italiana ormai sono miseramente crollate, ma che i bambini vadano lì a incollare e incollare e incollare, è dato di fatto – quaderni, copertine, astucci, cartelle.
Punto dopo punto scorriamo e spuntiamo l’elenco.
Ih che bello, mamma, questo quaderno.
Ih, mannaggia Marmocchia quanto costa. Prendi questi col cagnolino che fa pipì, 1.29€ 5 pezzi, che tanto ci mettiamo su la copertina.
Mamma, è oggettivamente orribile.
Amore, quando hai imparato a dire “oggettivamente”?
E le tempere e le matite, e i pastelli e la confezione di pennarelli a punta grossa da 24.
Qui c’è solo 18 o 36.
Facciamo 18, che 4 gradazioni di verde e di blu non servivano manco a Degas.
E via ancora, raccoglitori ad anelli e cartelline, penne dai mille colori (cancellabili, ovviamente, 7.99€ 3 pezzi, signora mia). Cerchiamo, troviamo, vagliamo, spuntiamo.
Finché immancabilmente, sul fondo della lista, si apre la sezione album da disegno.
E cartoncino bianco ruvido 24×33, fogli lisci da disegno grammatura 80, e carta lucida e carta colorata, e qui mancano le dimensioni, e sticaxxi quanto costa l’album con i fogli colorati e mi scusi posso farle una domanda e no, l’album Favini lucido 25×34 non l’abbiamo mai avuto.
Ed è qui, solitamente, che capisco che no, non è cosa per me. Che questa cosa del back to school è sopra le mie reali possibilità. Che anche quest’anno lei arriverà in classe col materiale sbagliato. Che anche quest’anno la nostalgia per l’estate che finisce mi stenderà. Che soprattutto quest’anno, dopo tre mesi pelle contro pelle, doverci abbandonare a un nuovo anno sarà dura durissima, ai limiti dell’insopportabile, per me.
Che anche quest’anno, come ormai tutti gli anni, ci sarà un’ultima colazione prima del primo giorno di scuola. Che sarà lì che a me, come sempre, verrà voglia di scappare. Finché lei, come sempre, mi dirà “andiamo mamma?” con l’emozione bambina di chi sta per andare incontro a una nuova fantastica avventura.
È sarà lì che io mi arrenderò. Al tempo che passa, alla vita che cambia, a questa bambina che cresce sotto i miei occhi a una velocità imbarazzante.
E sì, lunedì ricomincia la scuola.
E no, non l’ho presa un cacchio bene!
[…] Back to school. Back to… what?6 settembre 2016 […]