Le Conserve della Nonna: una storia di semplicità e dedizione

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Sono stata a Ravarino, nel modenese, a conoscere da vicino la produzione delle Conserve della Nonna. Ho scoperto una realtà italiana (evviva!) che crede nella semplicità dei prodotti e utilizza procedimenti naturali, riportando la tradizione delle confetture fatte in casa alla produzione su vasta scala.

Il risultato è una realtà che è allo stesso tempo industriale e artigianale, complessa e genuina in una maniera davvero unica.

Durante la visita allo stabilimento abbiamo osservato la produzione della confettura di prugne tipo Modena, tipica di questa stagione, e soddisfatto un sacco di curiosità.

La prima cosa da cui si rimane colpiti, entrando nello stabilimento e sentendo parlare chi ci lavora, è come il processo industriale sia retto principalmente dai valori della tradizione e dalla semplicità delle ricette. Materie prime di qualità che vengono lavorate appena raccolte e rispetto della stagionalità sono i principi cardine della produzione.

A osservare il prodotto finito si ha subito la sensazione di… casa! Con quel richiamo irresistibile ai pranzi sani e semplici, ma frutto di grande attenzione e dedizione, e il desiderio di mangiare in compagnia, così come volevano le nostre nonne. Che in tavola più si era, più felicità aleggiava nell’aria.

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Ho ritrovato tutti questi ingredienti nelle Confetture della Nonna prodotte a Ravarino.

  • Cibo sano e semplice: le Conserve della nonna non contengono pectina. Ogni vasetto contiene semplicemente zucchero di canna (in bassa quantità) e il 200% di frutta (200 gr. a vasetto). Nulla più.
  • Attenzione e dedizione nella produzione: la produzione della confettura di prugne tipo Modena segue un processo di lavorazione molto lungo perché del tutto naturale. Ci vogliono circa 48 ore da quando arrivano le prugne a quando vengono distribuite nei vasetti.

Per non utilizzare la pectina, la purea viene addensata facendo evaporare l’acqua. Sono necessarie circa 24 ore di pazienza perché questo accada. Così come facevano le nostre nonne, così fanno anche a Ravarino: si aspetta con pazienza! I controlli sono molto severi grazie a macchinari appositi che analizzano il prodotto nelle varie fasi, fino all’ultimo controllo a raggi x che scarta i barattoli potenzialmente “inquinati”.

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  • Mangiare in compagnia: l’Emilia Romagna è una terra meravigliosa che ben conosco e tanto amo. Qui la gente è conosciuta per l’ospitalità, per l’allegria e per il buon cibo. Ne ho avuto conferma una volta di più durante la giornata trascorsa a Ravarino, nei sorrisi degli addetti in fabbrica, nell’accento irresistibile del responsabile della produzione e di tutto lo staff,  e nella capacità di creare quell’atmosfera conviviale che a tavola fa la differenza.
  • #nonsolobuono: è vero, questa confettura non è solo buona ma ha anche una consistenza invitante e un profumo irresistibile.

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Qualche curiosità emersa nella giornata:

  • La prova del click clack: quando compriamo un prodotto in barattolo dobbiamo sempre verificare che il tappo sia abbassato. Se premendolo si sente il click clack vuol dire che dentro c’è aria e quindi il prodotto può essere compromesso. Allo stabilimento delle Conserve della Nonna c’è un macchinario apposito che elimina i barattoli in cui il tappo non è abbassato.
  • Per legge si chiama marmellata solo quella di agrumi, mentre il resto sono confetture.
  • I noccioli delle prugne non vengono buttati ma riutilizzati dai contadini come combustibile per il riscaldamento.

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A visita terminata siamo stati a pranzo al Ristorante Bottega Aleotti.

Un’altra piccola realtà familiare, italiana, dove semplicità e dedizione fanno secondo me la metà del lavoro. Il talento completa l’opera. Un pranzo divino che ha confermato la promessa del cuoco Demis Aleotti:

“La filosofia e il concetto che Aleotti vuole trasmettere è quella di far rivivere l’antica figura dell’Oste, che non si ferma solo a preparare buon cibo ma offre ospitalità e cordialità, uniti al piacere di gustarsi le pietanze in tutta tranquillità e accompagnate da un sorriso.”

Prima di lasciarvi alla ricetta della Pinza, come vi avevo promesso, ecco i video della giornata a Ravarino per conoscere anche voi più da vicino questa bellissima realtà.

Ricetta della Pinza, dolce bolognese tipicamente natalizio, così come la fa (e la fa divina, credetemi) il cuoco Demis Aleotti:

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Ingredienti:

350 gr. farina con mezzo cucchiaino di lievito (oppure farina lievitante)

150 gr. zucchero semolato

130 gr. burro a temperatura ambiente 

1 uovo

latte q.b.

Mescolare gli ingredienti tutti insieme con le mani.
L’impasto va subito steso sulla carta da forno (oppure nei panni di silicone che vanno anche in forno).

Stendere la confettura di prugne tipo Modena.

La particolarità di questo dolce è che deve avere 3 pieghe. Si procede quindi ripiegando l’impasto steso su se stesso per chiuderlo, appunto, con le tre pieghe (nel video qui sopra vi sarà più chiaro il procedimento).

Mettere in forno ventilato per 35 minuti a 175 gradi.

Far riposare almeno 24 ore. 

Divino, amici, davvero divino!

 

 

 

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