Ormoni? Quali ormoni?

Sono felice, rido. Ma non ricordo il perché.
Non ricordare il perché mi fa sentire stupida, sconfortata. Mi viene da piangere.

Sento però che ce la posso fare. Sono euforica, determinata. Che ci vuole: basta fare un programma.
Fare il programma mi fa sentire piccola, impreparata, schiacciata dalle cose da fare.
Sopraffatta, ecco come mi sento: sopraffatta.


Ma ottimista, sì, l’ottimismo non lo perdo certo e solo a pensarci sento il profumo della vita. E della felicità.

In radio passa “Twist in my sobriety” di Tanita Tikaram, in assoluto la canzone che più mi ricorda l’amore per la danza e per quella vita che mi pare vissuta almeno mille anni fa. Mi sento nostalgica. Eppure orgogliosa di me stessa e di quello che sono diventata.

Mi viene da piangere, di malinconia e di gioia. Alzo il volume, canto a squarciagola, emozionata e confusa.

In tutto saranno passati sì e no 5 minuti.

 

È un po’ come stare su una giostra. L’ottovolante, talvolta. Più spesso il calcinculo.

O il tagada. Sì, il tagada, specie quello che a un certo punto si copre e tu rimani dentro al buio.

A girare, e girare. E la forza centrifuga di striglia e ti frulla e tu non capisci più niente. Non senti più niente. Se non una gran voglia di vomitare.
La voglia di vomitare ti fa sentire impotente e scoraggiata.

Pensi che non dovresti piangere e, per diamine, non piangerai.
Però stai già piangendo.

Di solito è a questo punto che arriva qualcuno e ti dice “tranquilla, è normale. Sono gli ormoni!

“Ormoni? Quali ormoni?” Rispondi inorridita in pieno stile “gobba? Quale gobba?

Ma sì, gli ormoni della gravidanza” ti dicono. E non c’è cosa che ti faccia più incazzare.

“Ormoni a chi?” Vorresti aggiungere, rinata all’improvviso Wonder Woman, o un’eroina del genere, con più panza e un costume un tantino meno succinto, s’intende.

Tranquilli, gli sbalzi ormonali quasi nemmeno li sento. Tutto sotto controllo, dunque.
Almeno per i prossimi cinque minuti.
Anzi, facciamo tre.

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