Un maggio da leggere (2015/5)
Questo maggio da leggere, amici miei, potrei sottotitolarlo “il maggio dei libri mollati” e tra poco leggerete il perché.
Intanto, da un consulto con amiche, ho capito che questo tentativo di condivisione mensile deve cambiare qualcosina per essere più fruibile. Dunque sarò estremamente più stringata nelle mie opinioni su quello che ho letto, rimandando ai commenti le vostre curiosità.
Gli scrittori inutili di Ermanno Cavazzoni
Se diventare scrittori può sembrare facile, diventare uno scrittore inutile è davvero cosa ardua. Ce lo racconta in maniera divertentissima l’autore di questo libro che racconta tutti i vizi indispensabile per diventare uno scrittore inutile degno di questo nome.
“Ogni tanto in una famiglia normale nasce uno scrittore ma nessuno lo sa. Quindi lo allevano in modo indifferenziato; gli danno il latte materno, poi le pappette, gli insegnano a camminare sui piedi e non sulle mani, gli insegnano la lingua materna come insegnerebbero a chiunque di noi, e poi incomincia la vita da scrittore incompreso e trattato egualitaristicamente.”
Divertente, ironico, pungente, ricco di vere e proprie storielle sugli scrittori. Da non perdere!
Le fragili attese di Mattia Signorini
Questo romanzo racconta la storia degli ultimi giorni di attività della Pensione Palomar e di tutti i personaggi che le gravitano intorno. C’è il proprietario Italo con le lettere che ha trovato per caso e che raccontano una storia d’amore appassionante e tenera. C’è Guido, un professore d’inglese cacciato dall’università che viene assunto per insegnare a parlare a una bambina che ha smesso di farlo dopo un grave lutto in famiglia. C’è Ingrid, un tempo arpista che ora conduce una doppia vita. E c’è Emma, domestica della pensione, e Lucio e il generale Trento. Tutti personaggi grandiosi le cui storie s’intrecciano e si rincorrono lasciando più volte con il fiato sospeso.
Bello, bello, bello. Insomma, mi sono innamorata, devo dirvelo. Leggetelo! Qui il sito dell’autore (che ha anche una scuola di scrittura).
I baci non sono mai troppi di Raquel Martos
Due donne legate da un’amicizia profondissima, nata come un vero e proprio colpo di fulmine tra i banchi di scuola, persa per qualche tempo e poi ritrovata ancora più profonda di prima grazie al destino (o forse al grande desiderio di ritrovarsi).
Conosciamo le due protagoniste, Eva e Lucia, proprio un attimo prima che si rincontrino per puro caso e impariamo a conoscerle e conoscere la storia della loro amicizia andando con loro avanti e indietro dal passato al presente, seguendo entrambi i punti di vista (che, a dire il vero, ho trovato troppo poco differenziati).
Una bella storia con dei risvolti inaspettati e qualche scivolone nel banale (spoiler: sul finale fazzoletti alla mano).
Uto di Andrea De Carlo (per il Reading Challenge: un libro con una sola parola nel titolo)
Uto ha 19 anni e vive a Milamo. Dopo il suicidio del patrigno viene letteralmente spedito negli Stati Uniti dai Foletti, amici di famiglia, a Peaceville, una comunità che vive nel pieno rispetto del nome che porta. Uto è un pianista di talento ma anche un ragazzino ribelle che porterà scompiglio nelle vite apparentemente pacifiche della famiglia che lo ospita.
Buona l’idea, secondo me, e ben delineati i personaggi, anche se il “fascino dirompente di Uto”, da cui mi aspettavo di essere travolta, mi ha lasciata invece indifferente. Questo è il primo libro del mese che ho interrotto, dando una sbirciatina al finale (tra l’altro davvero troppo surreale per i miei gusti).
Resto sempre un po’ perplessa davanti alla scrittura di De Carlo che non mi convince mai del tutto (le frasi iniziate con il “poi”, di cui è pieno il romanzo, non le ho davvero mandate giù).
Un sacchetto di biglie di Joseph Joffo
Dopo tanti anni (grazie a un’amica grande) ho potuto rileggere uno dei libri secondo me più belli di sempre.
Questo romanzo famosissimo racconta le persecuzioni razziali vissute durante la seconda guerra mondiale sulla propria pelle dall’autore, quando ancora era un bambino. L’assurdità della guerra, le fughe, i soprusi. L’odio, in una parola, raccontato da una voce infantile al contrario priva di odio, ma semplicemente meravigliata.
Un libro da leggere (e rileggere).
Il vecchio e il mare di Ernest Hemingway
Milionesima rilettura (grazie al bookcrossing mensile che lo ha riportato nelle mie mani dopo tempo) di uno dei capolavori della letteratura. Non posso davvero dirvi di più, perché non aggiungerei nulla a quello che già sapete, se non che, secondo me, ogni tanto la lettura di Hemingway fa bene alla vita.
Goodbye, Columbus di Philph Roth (per il Reading Challenge: un libro che avevo già, ma non ancora letto)
Un romanzo breve che racconta la relazione nata durante l’estate tra Neil e Brenda, due ragazzi provenienti da classi sociali motlo diverse. Il romanzo è accompagnato da cinque (meravigliosi!) racconti, in pieno stile Roth.
Da leggere! Soprattutto se volete scoprire come è costruito un racconto perfetto.
La profezia della curandera di Hernàn Huarache Mamani
Ero tutta sognante durante la lettura delle prime pagine di questo libro, con la premessa del titolo e l’avvenimento che accade in apertura (la protagonista viene sfiorata da un fulmine e a seguito di questo incidente si sviluppano in lei delle proprietà divinatorie che la nostra eroina rimanda al mittente dopo pochi minuti con un “magari al prossimo giro”).
Poi il tracollo. E siamo tipo a pagina 10. Dialoghi improponibili secondo i miei gusti, con una protagonista che non vede oltre il suo desiderio (troppo, troppissimo ottuso) di conquistare quello che crede essere il suo grande amore (e che, indovinate un po’, la tratta come una pezza da piedi). E per conquistarlo (anzi ri-ri-riconquistarlo) smuove i curanderi di mezzo mondo. A pagina 141, amici miei, ho mollato la lettura. Perciò non vi so dire se nella seconda metà del libro la protagonista riacquisti il senno e l’autore ci dica qualcosa di veramente interessante sulla cultura indio che interessante lo è davvero moltissimo.
Si poteva davvero fare molto meglio.
La madre che mi manca di Joyce Carol Oates
Terzo libro mollato del mese. E per me che i libri non li mollo mai è un bel record.
Questo romanzo ricostruisce la vita di Nikki, la donna single protagonista, a partire dall’omicidio della madre. Ho trovato esageratamente crudo (o meglio, crudo in maniera inutile) l’omicidio stesso e un po’ poco curato il linguaggio. Mi si sono contorte le budella per alcune pagine, poi ho deciso di smettere.
Il perché l’ho mollato è semplice: mi faceva star male leggerlo. E siccome per me leggere è il piacere massimo, mi sembrava davvero un controsenso proseguire. Se lo avete letto e secondo voi mi perdo qualcosa, alzate la mano!
Che dite amici sono riuscita a essere più breve? E voi cosa avete letto di bello questo mese?
Vi do appuntamento al prossimo mercoledì con il nostro #leggiAMOlo: Affari di Famiglia di Francesco Muzzopappa.
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