#leggiAMOlo: Marina Bellezza

copertina

Marina Bellezza di Silvia Avallone è il nostro #leggiAMOlo del mese e oggi vi racconto le mie impressioni.

Un romanzo che, attraverso i suoi protagonisti, Marina Bellezza e Andrea Caucino, tocca molteplici temi: i rapporti tra genitori e figli, la solitudine, la crisi economica, l’inquietudine giovanile, la capacità di sognare e darsi anima e corpo per raggiungere i propri sogni.

Trama

Marina Bellezza è la classica ragazza bella fuori, sola dentro. Marina è cresciuta in un contesto a dir poco disastroso, con una madre alcolizzata e un padre dedito al gioco d’azzardo. Una coppia di quelle che non riesci a salvare nemmeno dicendo che sono diventati genitori troppo presto perché poi, in effetti, crescendo sono pure peggiorati. Eppure Marina ci spera, li cerca, ne insegue l’affetto e qualche volta riesce persino a crederci, salvo poi esserne puntualmente delusa. Marina decide allora di sfruttare la sua bellezza e il suo talento nel cantare per riempire, o almeno tentare di farlo, il vuoto che la circonda. Si lancia nel mondo dello spettacolo, vestendo abilmente i panni della star capricciosa ed egocentrica, abituata ad avere il mondo ai suoi piedi.

Andrea Caucino (quello di cui, se ti piace il genere, t’innamori a pagina 2 – inutile dirvi che io ci sono cascata con tutte le scarpe) è il secondogenito dell’ex sindaco di Biella. Andrea è il figlio “malriuscito” (perdonate la brutalità), quello che per i genitori esce sempre sconfitto dai confronti con il perfetto primogenito, Ermanno, emigrato in America e in attesa di diventare padre.

Alla domanda: cos’è che non riesci a perdonare a tuo fratello, Andrea non avrebbe risposto niente, oppure una vita intera. Avrebbe risposto: si è preso persino il giorno del mio compleanno, mi ha umiliato in ogni competizione, e poi se n’è andato lasciandomi qui da solo, con due genitori che non sopporto e che stanno invecchiando.

All’ombra di Ermanno Andrea ha coltivato per anni il suo sogno: rilevare la vecchia cascina del nonno e diventare un margaro, vivendo quella vita da cui il padre era scappato anni prima e che tanto disprezza. Una sfida nella quale Andrea si lancia anima e corpo e alla quale non rinuncia, nonostante i devastanti alti e bassi della sua storia d’amore con Marina.

Marina Bellezza è (anche ma non solo) la storia d’amore tra Andrea e Marina. Le continue fughe di lei, l’incapacità di resisterle di lui. Due giovani così incredibilmente diversi che si attraggono e si respingono in continuazione. Che non sanno stare insieme ma neppure separati.

Andrea, da un certo punto della vita in poi, aveva convissuto con i fantasmi. Se li era trascinati dietro come macigni. Da una parte suo fratello, dall’altra Marina. Amati e odiati. Due assenze costanti che gli riempivano i silenzi, le notti prima di addormentarsi. E non c’era modo di sconfiggerli, di liberarsi di loro.

Cosa mi è piaciuto, cosa  no

Mi ha colpita la scrittura scorrevole e precisa. Sono riuscita a entrare nella storia, a “vedere davvero” i personaggi, il contesto, le situazioni. Ho imparato ad amare un territorio, il biellese, che ho frequentato poco e niente e che ora invece mi pare di conoscere da sempre.

Ho amato moltissimo Andrea, forse anche grazie al fatto che sin da subito, nella mia mente, mi sono immaginata che fosse Elio Germano (un attore che amo moltissimo) a vestire i suoi panni. Andrea così solo e così coraggioso, così determinato e così irrimediabilmente innamorato. Andrea che i desideri te li fa sentire così forti e chiari che alla fine ti viene da desiderare quello che desidera lui. O almeno fare il tifo per lui.

Al contrario non sono riuscita ad affezionarmi a Marina che mi è sfuggita per tutto il romanzo. Alla fine ho compreso la sua storia ma non sono rimasta colpita dal suo animo. In più ho trovato un po’ banale il modo in cui è stato trattato il mondo dello spettacolo e questo ha contribuito a rendere ai miei occhi Marina un po’ scontata.

Ho trovato deboli ed eccessivamente carichi di contraddizioni alcuni personaggi secondari (Elsa, coinquilina di Marina, su tutti).

La frase che mi porto dentro

Già, domani: la parola più fragile e ingannevole dell’intero dizionario italiano.

Prima di andare tutti insieme da Giovanna e Simona, vi comunico che il nostro prossimo #leggiAMOlo è: Affari di famiglia di Francesco Muzzopappa.

Leggete con noi!

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