Un Marzo da leggere (2015/3)

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Quando mi accingo a rivivere le mie letture mensili, c’è sempre quel momento in cui mi sento un tantino squilibrata nella scelta dei generi. La verità è che variare secondo me è un bene, soprattutto se il desiderio non è soltanto il piacere di leggere ma anche quello di migliorare nello scrivere.

Ecco, diciamo che più che altro questo è il modo in cui giustifico il mio passare da Primo Levi a Culicchia, per esempio. Questo mese mi ha portato il mio primo Camus, trovato in quel regalo mensile che è il Bookcrossing del Vigentino ed è proprio da qui che vorrei partire.

Lo straniero di Albert Camus. Questo è il mio primo Camus, dicevo (per il Reading Challenge 2015: un libro di un autore che non ho mai letto). Sono stata spinta alla lettura dall’insistenza con cui Missiroli ne parla in Atti osceni in luogo privato. Siamo in presenza di un genio. Dico cose già note eh, perdonatemi, non per niente Camus ha vinto il Nobel per la letteratura.

Lo straniero è un romanzo breve che ha per protagonista Meursault, un uomo di origine francese. Lo conosciamo nel giorno in cui muore la madre. Da subito Camus semina degli indizi essenziali che ci rivelano il carattere del protagonista (raramente ho assistito a un modo così preciso di descrivere l’animo umano, le inclinazioni, il flusso di pensieri). Il protagonista si trova coinvolto in una vicenda che lo porta all’arresto per omicidio. L’autore trasformerà, con immensa maestria, il processo in un’analisi del carattere di Meursault, della profonda indifferenza che prova per l’universo e che l’universo sembra provare per l’uomo, regalandoci una delle descrizioni umane più esatte che io abbia mai letto. Ci sarebbe da parlare per ore del pensiero di Camus. Io per ora ho deciso di leggere l’intera opera e ciao, non importa quanto ci metterò. Mi pare indispensabile, a questo punto.

Se questo è un uomo di Primo Levi. Non ricordo quanti anni siano passati dall’ultima lettura di questo libro, ma posso dire con certezza che questa volta mi ha spezzato il cuore come credo mai prima d’ora. Mi limito a condividere qualche brano con voi.

“Ognuno si congedò dalla vita nel modo che più gli si addiceva. Alcuni pregarono, altri bevvero oltre misura, altri si inebriarono di nefanda ultima passione. Ma le madri vegliarono a preparare con dolce cura il cibo per il viaggio, e lavarono i bambini, e fecero i bagagli, e all’alba i fili spinati erano pieni di biancheria infantile stesa al vento ad asciugare; e non dimenticarono le fasce, e i giocattoli, e i cuscini, e le cento piccole cose che esse ben sanno, e di cui i bambini hanno in ogni caso bisogno. Non fareste anche voi altrettanto? Se dovessero uccidervi domani col vostro bambino, voi non gli dareste oggi da mangiare?”

“È Null Achtzehn. Non si chiama altrimenti che così, Zero Diciotto, le ultime tre cifre del suo numero di matricola: come se ognuno si fosse reso conto che solo un uomo è degno di avere un nome, e che Null Achtzehn non è più un uomo.”

“I personaggi di queste pagine non sono uomini. La loro umanità è sepolta, o essi stessi l’hanno sepolta, sotto l’offesa subita o inflitta altrui. Le SS malvage e stolide, i Kapos, i politici, i criminali, i prominenti grandi e piccoli, fino agli Häftlinge indifferenziati e schiavi, tutti i gradini dell’insana gerarchia voluta dai tedeschi, sono paradossalmente accomunati in una unitaria desolazione interna.”

Occhi neri di Ghiorgos Bramos Su questo libro non potrei dirvi molto di più di un “boh”. Mi ha lasciato un tantino perplessa la trama, o meglio il suo svolgimento, forse solo per la scrittura un tantino confusa. Ho idea che per tessere la tela del mistero l’autore abbia creato una confusone un po’ troppo esagerata. Ci sta che non lo abbiamo compreso bene io eh, però… Ho preso questo libro al bookcrossing, attratta dalla quarta di copertina.

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Se vi dicessi che nel libro ho ritrovato e compreso questa trama, vi direi una bugia. Sospendo il giudizio, mi perdoni Bramos, e attendo illuminazione da parte del gentile lettore che lo abbia letto e capito fino in fondo.

Per il Reading Challenge 2015un libro con un colore nel titolo.

E così vorresti fare lo scrittore, di Giuseppe Culicchia  Quanto ho riso leggendo questo libro non ve lo posso spiegare. Fare gli scrittori, essere seri nel proprio lavoro senza prendersi troppo sul serio. In un  momento in cui il minimo che hai fatto è scrivere un libro è un attimo sentirsi tutti un po’ scrittori. Ecco no, non è proprio così. Però coltivare il sogno vale comunque la pena. Forse.

In questo libro troverete, accompagnate da un incredibile senso dell’umorismo, tutte le fasi di un manoscritto dalla stesura alla pubblicazione.

“Ho sempre pensato che (…) l’unico vero metro di giudizio in Letteratura fosse il Tempo. E che di conseguenza gli scrittori, quelli veri, fossero in linea di massima tutti morti da un pezzo.”

Ecco, questo nel caso vi rimanesse ancora qualche dubbio sul fatto di essere o meno Scrittori.

Il cappello di Rembrandt di Bernard Malamud. Vai di dichiarazione d’amore: io amo Malamud! Questa raccolta di racconti è davvero imperdibile, ve lo dico, segnatevi il titolo, procuratevi il libro e gioite della magia che raccoglie. Non vi dico una parola in più sui racconti perché… dovete leggerli!

Anch’io sono scrittura di Octavio Paz. Onestamente mi aspettavo di più da un’autobiografia di un personaggio di questo tipo. E ve lo dice una che le autobiografie le adora. Octavio Paz è stato uno scrittore e poeta messicano, Premio Nobel morto nel 1998. Il vero tesoro di questo libro sono le sue poesie sparse qui e là per tutta l’opera, per le quali di sicuro vale la pena leggerlo. Vi consiglio anche di cercarne alcune in rete, vi lasceranno senza parole.

“Attonita al sommo del minuto la carne si fa verbo e il verbo si schianta.

Sapersi in esilio sulla terra, essendo terra, è sapersi mortali.”

La morte di Ivan Il’ic di Lev Tolstoj Un altro romanzo breve di un altro genio della letteratura (ci sono andata forte questo mese, lucky me). Tema principale è l’inevitabilità della morte, raccontata attraverso gli ultimi giorni di Ivan Il’ic Golovin, magistrato colto all’improvviso da un brutto male. Anche qui, come per Camus, l’analisi dell’animo umano, di fronte a eventi così tremendamente drammatici, è svolta con una cura e con una profondità che sconvolge.

Per il Reading Challenge un libro da leggere in un giorno.

Fra qualche giorno Giovanna, Simona e io vi sveleremo i nostri pensieri sul leggiAMOlo del mese: L’amore che ti meriti di Daria Bignardi. Unitevi alla lettura se vi va.

 

4 comments to Un Marzo da leggere (2015/3)

  • Sempre Mamma  says:

    Tutti libri piuttosto impegnativi.

    • robedamamma  says:

      Eh, un pochetto! Baci cara, buona Pasqua

      • Sempre Mamma  says:

        Buona pasqua a te 😉

  • Un Aprile da leggere (2015/4)  says:

    […] anche il mio “libro con più di 800 pagine per il Reading Challenge) troverete: Lo straniero (di cui vi ho già parlato), La peste (romanzo davvero eccezionale in cui vivrete lo scoppio della peste nella città algerina […]

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