In Scozia col marmocchio: Edimburgo – prima parte
Dopo aver esplorato la zona più a ovest di Edimburgo, Portobello, ci dirigiamo, di prima mattina, verso il centro città. Ci attendono parecchi chilometri da percorrere a piedi per conoscere ogni centimetro di questa città che l’Unesco ha dichiarato World City of Literature. Capirete quanto già mi abbia convinto!
Edimburgo è una città con una conformazione incredibile. Adagiata su diversi vulcani spenti, a ridosso del mare e con un centro cittadino, almeno nella parte dell’Old Town, decisamente immerso in un clima medievale. La vista dall’alto è davvero eccezionale. Capisco subito che non è il posto dove vivrei ora, ma dove avrei di certo voluto trascorrere gli anni dell’università. La stessa identica sensazione che ho provato lo scorso anno a Coimbra.
Scopriamo subito che il Festival di Edimburgo (il festival delle arti che si tiene nella capitale scozzese ogni anno ad agosto) ha attirato un gran numero di visitatori e che l’esplorazione della città non sarà semplice quanto pensavamo. Prima di tutto c’è una grande difficoltà con il parcheggio. Se vi dicessi che ho visto posti auto al costo di 7 sterline all’ora mi credereste? Improponibile. Decidiamo di puntare all’estremità del Royal Mile che confina con Holyrood Park e l’Arthur’s Seat, il più imponente vulcano della zona.
Qui, proprio a piedi del vulcano, c’è un parcheggio che è strategicamente perfetto ed economicamente abbordabile, anche se l’impresa di percorrere il miglio reale in lungo e in largo (e il largo credetemi e fatto di viette imperdibili in cui non potrete fare a meno di perdervi) andata e ritorno è davvero ambiziosa. Ma ehi, ci prepariamo da anni a una sfida del genere. Che cosa sarà mai per tre viaggiatori come noi? E in più c’è il vantaggio che quella piccola non sa cosa sia un miglio e quella grande non è riuscita a quantificarlo durante l’intera permanenza in suolo scozzese. L’ignoranza, ci salverà!
– Arrivo a Edimburgo da Portobello
– Duddingston Loch
– Duddingston Kirk
– Holyrood Park, un’area di aperta campagna meta ideale di gite giornaliere per immergersi completamente nella natura. In alcuni punti il panorama sulla città toglie il fiato. L’Arthur’s Seat domina questa vasta aerea. Pensare a paesaggi così ben conservati, così selvaggiamente naturali, a ridosso del centro cittadino, sa di miracolo per chi viene dal cemento puro, come me.
– Holyroodhouse è la residenza scozzese della Regina, quotidianamente presa d’assalto dai turisti e con un merchandising reale da far girare la testa. La cosa più suggestiva, comunque, rimangono le rovine della Holyrood Abbey alle quali si “appoggia” il palazzo. Non ho foto da mostrarvi ma qui potete farvi un’idea.
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– Il parlamento scozzese
– E da qui iniziamo il miglio reale che attraversa per intero la parte centrale di Edimburgo.
– The people’s story, un museo a ingresso libero che racconta la vita della gente comune a Edimburgo dal diciottesimo secolo a oggi.
Edimburgo è un miscuglio di storia, natura, religione, tradizioni, pub, negozi, cultura, arte, cibo e di certo scordo qualcosa. E voi direte “e bé? tutte le capitali lo sono“. Epperò la cosa di Edimburgo che sconvolge, in senso positivo, è l’alternanza serrata e la compresenza di tutto ciò in un’area di pochi chilometri. Fa girare la testa!
– La città è in festa. Durante il mese d’agosto, come vi dicevo, si svolge il Festival di Edimburgo.
– Contemporaneamente si susseguono diversi avvenimenti in città che riguardano l’arte (l’Edimburgh Fringe Festival è il più grande raduno artistico del mondo), la musica, la televisione, i libri, ma anche la tradizione scozzese. Come il Military Tattoo che si svolge nello scenario spettacolare del castello di Edimburgo. Si tratta di un’esibizione di esercitazioni militari coreografiche, cornamuse, fuochi d’artificio e chi più ne ha più ne metta. Onestamente il mio unico rammarico di non aver potuto assistere a questa manifestazione è quello di vedere finalmente gli Scozzesi “sbracarsi” un po’. Che so’ troppo seri, dai, lo dico dall’inizio del viaggio!
Il castello si trova sulla sommità di una collina vulcanica, in una posizione davvero spettacolare. Bello osservarlo da sotto mentre sovrasta la città e ancora più bello osservare la città dall’alto delle sue mura.
Termino questa prima parte del nostro soggiorno a Edimburgo presentandovi Greyfriars Bobby, il cagnolino che è diventato la mascotte della città dopo essere rimasto per ben 14 anni accanto alla tomba del suo padrone defunto. Qui in breve la sua bellissima (e tristissima) storia.
E questa è la versione in carne e peli che abbiamo scovato nella vetrina di un negozio. Cioè, sono rimasta lì 5 minuti buoni a sincerarmi che il vetro si appannasse al suo respiro.
Alla prossima puntata amici miei e buon fine settimana a tutti voi!
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