Un Settembre da leggere (2014/9)

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Un settembre di lettura dedicato esclusivamente ai vostri consigli. Finalmente ho potuto mettere mano al lungo elenco di libri che mi suggerite e provare la soddisfazione di spuntare alcune voci. Ho la memoria corta e la brutta abitudine di segnare i titoli, ma non chi me li suggerisce (cosa che ho promesso di non fare mai più). Perciò per questa volta lancio un grazie in generale a tutti voi. Suggerire un libro amato è un gran regalo!

Sposati e sii sottomessa – pratica estrema per donne senza paura di Costanza Miriano. Uomini e donne, due razze completamente diverse che dalla notte dei tempi tentano di unire le proprie esistenze.

“L’uomo ha quello sguardo da cacciatore che potrebbe rivelarsi utilissimo se una beccaccia sfrecciasse in salotto, ma che lo rende totalmente inetto a reperire il burro nel frigo. La donna si lamenta, e vorrebbe che lui le dicesse quanto è brava, eroica e meravigliosa: lui, ammesso che sia rimasto nella stanza ad ascoltare, cercherà una soluzione rapida al problema.”

Pare un’impresa, eppure il matrimonio può essere un’avventura incredibilmente meravigliosa. Come? Ecco, la Miriano dà il suo punto di vista dal quale, per molti versi, potrei dissentire. C’è tutta una riflessione che parte da questo libro e che vi invito a leggere qui sul blog Manager di Me Stessa perché, secondo me, Veronica ha sviscerato benissimo (molto meglio di quanto avrei mai potuto fare io) le mille sfaccettature di questa lettura. Proprio grazie a questo suo post ho deciso di leggere il libro.

“È ora di imparare l’obbedienza leale e generosa, la sottomissione. E tra noi ce lo possiamo dire: sotto ci si mette che è più solido e resistente, perché è chi sta sotto che regge il mondo.”

Eccoci qui di Dorothy Parker. Ho scoperto questa perla grazie alla mia amica Grazia. Vi invito a leggere qui la sua recensione e, se amate i racconti ben scritti, e apprezzate la capacità di usare le parole in maniera pressoché divina, vi suggerisco la lettura di questa raccolta.

Auschwitz spiegato a mia figlia di Annette Wieviorka. Ho trovato questo libro per puro caso su una bancarella di libri usati. Era nel mio elenco di lettura da un po’ (grazie a te che me lo hai suggerito, anche se ora non ricordo il tuo nome) e così l’ho portato a casa con me. Si tratta di un botta e risposta dell’autrice che tenta di rispondere ai tanti dubbi della figlia sui campi di concentramento.

“Una cosa mi ha colpito mentre cercavo di rispondere a Mathilde, di spiegarle cos’era Auschwitz: il fatto che le sue domande fossero le stesse che continuano ad assillarmi.”

Con parole semplici ma estremamente precise, l’autrice ci conduce in una riflessione dolorosa e necessaria. Un libro da leggere assolutamente, secondo me.

Sul buon uso della lentezza – il ritmo giusto della vita di Pierre Sansot. Devo dirvi che le premesse di questo libro erano ottime. Rallentare, ecco, e farlo per bene. Che poi sarebbe un po’ il sogno della mia vita: smettere di correre. Se ho trovato l’intento del libro davvero meritevole, devo dire con altrettanta sincerità che, capitolo dopo capitolo, ne sono stata un pochino delusa. Alla fine mi è sembrato che per dire tutto non si dicesse niente di veramente concreto. Si parla di riscoprire alcuni piaceri legati a un ritmo di vita più rilassato, come passeggiare, scrivere, leggere, ascoltare e parlare con gli amici. Tutto molto giusto, tutto molto vero, ma ho trovato l’esposizione dei concetti un po’ vaga. E lenta, più di tutto. Anche se a questo punto forse era un’intenzione dell’autore più che un caso.

Voi lo avete letto? Avete impressioni differenti dalla mia? Alla fine mi sto chiedendo se non abbia trovato abbastanza interessante questo libro perché in fondo in fondo non sono pronta a scegliere davvero la lentezza come stile di vita…

Treno di panna di Andrea De Carlo. Tento spesso di riappacificarmi con De Carlo, non sempre ci riesco. Ritengo sia uno degli scrittori contemporanei più dotati, eppure spesso i suoi libri mi lasciano con, non lo so, un senso di mancato appagamento. Vaneggio? Cercherò di essere più chiara. Questa volta sono andata direttamente all’origine (se non erro questo è il suo primo libro).

In Treno di panna emerge l’incredibile capacità descrittiva dell’autore, espressa nella grande capacità di osservazione del protagonista Giovanni, un ragazzo pieno di risorse, ma anche nel tormentato rapporto con la coppia di amici che lo ospita a Los Angeles, Ron e Tracy. Bellissime le descrizioni dei luoghi così come delle sensazioni provate dai personaggi.

Se mi chiedete se mi è piaciuto vi dico che sì mi è piaciuto e ve lo consiglio. Se vi devo dire che me ne sono innamorata no, non ve lo posso dire. Forse il mio problema con De Carlo è questo: non mi si accende la passione. Ecco, credo che l’autore se ne farà una ragione ma voi, ditemi, lo amate, lo odiate o vi sta simpaticamente indifferente? E perché?

Ho dormito nella camera di Hitler – viaggio di un ebreo americano alla scoperta della Germania di Tuvia Tenenbom. Un reportage sulla Germania di oggi che scava in un passato fatto di pregiudizi e luoghi comuni che hanno portato ai fatti storici che noi tutti conosciamo. L’autore è americano, figlio di sopravvissuti della Shoah. Viaggia in Germania per sei mesi, incontra e dialoga con i personaggi più disparati e li provoca in maniera ironica e irriverente. L’obiettivo è rispondere a una domanda: cosa significa essere tedeschi?

Sullo sfondo scorrono fiumi di birra (che forse sia la birra il vero collante del popolo tedesco? O è solo un modo per non fare i conti con il passato della propria nazione?). Quello che ne emerge è che, ancora oggi, i pregiudizi del popolo tedesco sono molto più che vivi. Secondo me il pregio di questo libro è di spingere alla riflessione sul passato e sul presente (e sul futuro) in maniera schietta e divertente. Si ride (un riso amaro, sia ben chiaro) e intanto si riflette. Ecco, poi io a libro finito ero anche un pochino spaventata e un tantino preoccupata ma, secondo me, è un libro che vale la pena di leggere.

“Sono tedesco? Non proprio. Ma ogni volta che mi trovo in territori arabi dico a tutti che lo sono. No, niente a che vedere con questioni filosofiche o politiche: è una semplice questione di vita o di morte. In Giordania avevo chiesto a uno dei miei ospiti che cosa avrebbe fatto se fossi stato un ebreo. Mi disse senza esitazione che mi avrebbe ucciso all’istante. Ho imparato la lezione: da quel giorno sono tedesco”.

E ora tutti con me da Giovanna!

4 comments to Un Settembre da leggere (2014/9)

  • M di MS  says:

    Bene, mi fa piacere che il mio consiglio sia stato apprezzato!

    • robedamamma  says:

      Sì! Davvero grazie, a presto

  • Grazia Lodigiani  says:

    Felice che anchte tu trovi la scrittura di Dorothy divina!

    • robedamamma  says:

      Divina, divina, divina! E come sempre tu sei fonte di preziosi suggerimenti.

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