Le bollicine nello stomaco
Mamma, ho le bollicine nello stomaco.
Si chiamano farfalle, piccolina, e la mamma ti augura mille di questi giorni
con il vento in poppa e le bollicine nello stomaco.
Potrei fare un elenco chiaro e preciso di cose da non dire mai il primo giorno di scuola. Potrei farlo perché credo di averle dette tutte.
Dal “maporcapaletta non sei in classe col tuo amico del cuore” a “quel bambino mena? non rivolgergli mai più la parola”, credo di aver violato tutte le sacre regole del primo giorno di un nuovo percorso (ma anche del buon vivere civile, temo), intervallando con frasi fatte del tipo “vedrai quanti nuovi amici avrai e quante nuove cose imparerai”.
Un serial killer, praticamente.
Intanto continuo a chiamare la scuola “elementare” e lo zaino “cartella”. Domani per merenda le recupero un Billy e una Girella. E va bé.
Che volete farci, siamo così. C’improvvisiamo genitori, cerchiamo di fare del nostro meglio, ma poi quando arriva il momento quello che fa la differenza è il sangue freddo e la mente lucida. Figuratevi, io avevo la mente appannata (e gli occhi pure) già da settimane.
Diceva bene la maestra che ci ha accolti.
Benvenuti al primo giorno della scuola primaria. I bambini sono pronti. I genitori… lo saranno.
Che poi in un momento di somma saggezza e con il cuore gonfio d’amore le ho detto:
Vedrai Marmocchia, la scuola ti piacerà tantissimo!
E tu come lo sai? ha chiesto lei sinceramente interessata.
E non lo so. Ma possiamo sempre sperarlo, no?
Il primo giorno di scuola lei ha tentato la fuitina. L’ho vista andare spedita verso la porta, lacrime agli occhi e zaino ben saldo nelle mani. E l’ho proprio capita. Mi pareva di starle nella testa e nel cuore.
Poi una mamma l’ha braccata giusto sulla soglia, che si trascinava dietro questo zaino più grande di lei, chissà verso dove poi. E me l’ha riportata.
L’ho abbracciata. Un po’ meno a lungo di quanto avrei voluto, a dire il vero, e le ho messo la mano in quella della sua amichetta. Andrà tutto bene, le ho detto. Mentivo. E mano nella mano con lei ci sarei voluta stare io e non quella bambina treccioluta e tutte finestrelle in bocca.
Ma i marmocchi, si sa, hanno risorse straordinarie e inaspettate. E poi alla fine è andato davvero tutto bene.
Mamma, andare a scuola è facilissimo! mi ha detto entusiasta al termine della prima settimana.
Non ditele che il difficile è “andare bene”, eh!
Buon anno scolastico a tutti voi!
Ma cucciola 🙂 Andare a scuola è facilissimo? Porca miseria. Ma quanto è grande questa frase? Quante cose significa, quanto bisogna essere bravi e coraggiosi e pieni di risorse per dirla? 🙂
Basta, sto zitta, meglio. Un abbraccio grande grande 🙂
Ah ah tanti abbracci a te Micky (ma quanto ci manchi??)
Se ne stava andando? Le è preso proprio il panico povera piccola. Per fortuna poi è andata bene….
Che tenerezza. Ma poi, a ripensarci, troppo buffa la scena!
[…] Se volete sapere come ce la stiamo cavando potete leggere qui. […]
[…] Ci sono stati gli occhi lucidi e le mani appiccicate, i sorrisi di plastica e le bollicine nello stomaco. […]