Un Aprile da leggere (2014/4)
Aprile dolce dormire. Però, poiché marzo non l’ho praticamente vissuto, ad aprile mi sono decisamente dovuta dare una mossa e recuperare l’arretrato di… tutto. Per questo, purtroppo, non ho letto molto. Ma sono stata fortunata. Anzi no, diciamo la verità, sono stata ben consigliata, perché la maggior parte delle letture di questo mese sono suggerimenti ricevuti da amiche (che evidentemente se ne intendono e parecchio).
Prima di iniziare vi ricordo che qui trovate i miei pensieri su L’imprevedibile viaggio di Harold Fry di Rachel Joyce, lettura del mese per #leggiAMOlo e qui quelli su I papà vengono da Marte, le mamme da Venere – Il manuale per i genitori a uso terrestre – di Alberto Pellai e Barbara Tamborini.
Io no di Lorenzo Licalzi, suggerimento della mia amica Giovanna (ché lei fa la timida e poi tira fuori di quei titoli che ormai è diventata tra i miei suggeritori di libri preferiti). Da questo libro è tratto l’omonimo film, nella mia top ten (ma pure five, mi sa) di sempre. Vi suggerisco con tutto il cuore entrambi (in ordine inverso al mio, se possibile, ovvero prima libro e poi film). Licalzi scrive in maniera secondo me divina, cattura dalle prime righe. Le vicende sono narrate in prima persona a turno dai diversi personaggi. Il che di solito è un esperimento arduo, ma l’autore qui ci riesce alla grande.
Ho sempre pensato che l’unico viaggio che varrebbe veramente la pena di fare è quello al di fuori di se stessi. Per questo non sono più partito. Dovunque andiamo, che ci piaccia o no, siamo sempre noi, ci trasciniamo sempre il peso incancellabile della nostra identità, e il mondo lo vediamo sempre con gli stessi occhi. Invece, salendo su quel Greyhound, io ho iniziato un altro tipo di viaggio, per il quale non occorrerebbe nemmeno muoversi tanto: quello verso me stesso, riuscendo alla fine a vedermi con occhi diversi. Così, dolorosamente, sono partito.
Le parole qui sopra sono di Francesco, il protagonista, che è il classico tipo da cui tutto ti dice che dovresti scappare, e invece… ti frega. E ti lascia innamorata e confusa come solo i grandi amori della tua vita sanno fare. (Capitolo XI, Francesco spiega perché ama Elisa. Se lo avete letto, ditemi, non vorreste che Francesco stesse parlando di voi?) Ecco poi questo libro è anche duro, ma io dico che vale la pena leggerlo e spero di cuore lo farete.
Per finire vi segnalo che l’Io no del titolo si scioglie, nel film, in un monologo di Laura, la figlia di Francesco, che richiederà scorte di kleenex a volontà. Lo stesso vale per il finale del libro. Non avete scampo, dunque.
Se mi chiedessero: Laura, tu oggi sei felice? Bè, risponderei proprio di no, che non sono felice. (…) È come se avessi una farfalla che vola nel petto, e vola vola vola, e non si ferma mai. Solo quando suono il piano, se lo suono come e quando dico io, allora la mia farfalla non vola, si posa sulla musica e si riposa.
Trama in pillole: il romanzo narra le vicende di due fratelli, Francesco e Flavio, così diversi tra loro da far sembrare impossibile qualsiasi tipo di parentela. Eppure le loro vite s’intrecciano e si rincorrono di continuo in ogni scelta fatta: lavorativa, personale, ma soprattutto sentimentale. Un romanzo che parla dell’amore da diversi punti di vista: l’amore fraterno, l’amore per la donna amata, l’amore non corrisposto, l’amore tra padre e figlia. Ma parla anche del sentimento di inadeguatezza, della volontà di realizzare i propri sogni e della capacità di ricominciare a vivere (o almeno di provarci) dopo un dolore immenso.
Nel nome del padre di Gianni Biondillo. Questo autore mi è stato consigliato da Grazia. Sono rimasta estasiata dal suo modo di scrivere, ma ancora di più dalla capacità di portarti fin dentro alle emozioni senza troppi preliminari. Ti ci ritrovi immerso, così, senza sapere come, o quando, sia successo. In questo romanzo sono stata nella testa, e nel cuore, di Luca, un papà che dopo la separazione con la moglie lotta per i suoi diritti di padre. Questa la trama in pillolissime. Non aggiungerei molto altro, perché secondo me dovete proprio leggerlo.
Il libro di Alice di Alice Sturiale. Alice era una bambina speciale, affetta da una malattia congenita che la costringeva su una sedia a rotelle. Alice ha vissuto con gioia, intensità e amore ogni singolo giorno dei dodici anni di vita che le sono stati concessi. Chi l’ha conosciuta è stato molto fortunato, ne sono sicura. Leggendo il suo libro ne sarete certi anche voi. Il libro di Alice è una raccolta di poesie, racconti, pensieri, storie scritte da Alice stessa. Ve ne innamorerete, ve lo posso assicurare. Il libro si chiude con la storia di Alice e tanti contributi di chi l’ha conosciuta ed è stato toccato dalla sua immensa gioia di vivere.
Marìa Bonita di Ignacio Martìnèz De Pisòn. Marcos Y Marcos, editore di questo romanzo, per me è da sempre una garanzia. Una storia molto bella raccontata in prima persona da Maria, la ragazzina protagonista, nata in un contesto familiare povero in cui il difficile rapporto con la madre viene esasperato dal continuo confronto con la zia Amalia, ricca, bella, elegante ma coinvolta in affari poco puliti. Qui la trama sul sito dell’editore.
Bene, vi ricordo che il prossimo libro per #leggiAMOlo è La biblioteca più piccola del mondo di Antonio G. Iturbe e che se vi va potete leggerlo con me e Giovanna e dirci cosa ne pensate.
Prima di salutarvi vi ricordo che oggi da Giovanna trovate le sue letture del mese. Andiamo a scoprirle insieme?.
passo per ringraziarti del suggerimento di harold fry che mi è piaciuto tantissimo! ora do un occhiata alle altre proposte! Io no ho visto il film e mi è piaciuto tanto! Sarà ora del libro?
Grazie a te, sono contenta che Harold Fry ti sia piaciuto. “Io no” te lo consiglio di cuore, ancor di più se ti è piaciuto il film! A presto!
Che bella questa carrellata, ho preso appunti per le mie prossime letture. Ora vado a leggermi Giovanna 🙂
Grazia
PS: felice che Biondillo ti sia piaciuto.
Molto moltissimo, così tanto che ho già prenotato altri titoli in bilbioteca! Grazie mille e tanti baci