#leggiAMOlo: La Collina
Secondo appuntamento con #leggiAMOlo (qui di cosa si tratta). Questo mese abbiamo letto La Collina di Andrea Delogu e Andrea Cedrola e, amici miei, non vi dico l’enorme fortuna che è stata. La Collina è un libro di un’intensità, secondo me, scioccante. Un libro che, all’ultima pagina, vi troverà un po’ cambiati. Un viaggio in un posto in cui, con tutta probabilità, non siete mai stati. E vale la pena di andarci, secondo me. Prima di dirvi la mia in proposito vi ricordo che oggi sul blog di Giovanna trovate la sua recensione.
Riccardo Mannoni ha costruito La Collina, la più famosa comunità di recupero per tossicodipendenti, dal niente. Riccardo salva. Riccardo cura. Riccardo accoglie i tossici in piena scimmia e gli dona una nuova vita lontano dalla droga. E non fallisce mai. Certo, per raggiungere un obiettivo così ambizioso, ci vogliono delle regole. Delle regole rigide. Nessuno sconto, nessuna pietà. E se ci vuole bisogna usare il pugno duro, metodi non sempre ortodossi (spesso nemmeno umani, a dire il vero).
Perché La Collina, ormai ne siamo certi, è un lampo di speranza in questo buio desolato e desolante che sono gli anni Ottanta.
Ci vogliono punizioni severe per chi non rispetta le regole. E a volte occorre occultare le prove di quel regolamento così rigido, perché forse gli altri non capirebbero che è proprio necessario. Come si dice, il fine giustifica i mezzi. Se poi dalla Collina cerchi di scappare, bè, amico mio, te la sei proprio cercata.
Un drogato è capace di intendere, ma non di volere. Occorre trattenerlo.
Padre. Padrone. Santo. Burattinaio. Guaritore. Chi è Riccardo Mannoni?
C’è chi lo odia, ma la maggior parte della gente lo osanna. I genitori affidano a Riccardo i loro figli tossici chiedendogli la grazia. Solo Riccardo può guarirli. Ma è davvero desiderio di salvare il prossimo quello di Riccardo? O le sue scelte, il suo modo di gestire La Collina, hanno più a che fare con la sete di potere, la volontà di controllare il prossimo, di far conoscere a tutti la propria grandezza?
Quello che è certo è che La Collina ti cambia la vita, per sempre. Perché anche se ce la fai e vai via, e con l’eroina non ricominci più, La Collina ti rimane dentro. Non riesci a parlare d’altro, non riesci a pensare ad altro.
E in mezzo ai tanti volti, alle tante vite che approdano in Collina c’è una famiglia un po’ fuori dal comune. Ivan e Barbara, entrambi tossici, che in Collina hanno messo al mondo Valentina. Il racconto, narrato principalmente in terza persona, si sposta spesso negli occhi e nelle parole di padre e figlia. Così impariamo a conoscere i loro punti di forza, le loro debolezze, le paure, i desideri, le speranze. Li vediamo crescere, prendere decisioni coraggiose. Facciamo il tifo per loro. Perché poi alla fine, tra i tanti pregi di questo libro, il vero tesoro è come riesce a farti essere solidale anche con le persone che tanto hanno sbagliato. Non importa di chi sia la colpa dei loro errori, perché tu, alla fine, vuoi solo che ce la facciano.
Valentina è un personaggio meraviglioso. Nata e cresciuta in Collina ha sviluppato quella maturità delle vite navigate, pur conservando, nonostante tutto, la sua freschezza di bambina. Che fa di tutto per vedere mamma e papà di nuovo insieme. Che adotta un cane, anzi una cagnolina, di aspetto così sgradevole da meritarsi il nome di Brutto. E la protegge forse come vorrebbe essere protetta lei: con tutte le forze nonostante i suoi difetti.
(Valentina) stava male ad andar via. La Collina è il paradiso per un bambino. E pure Riccardo le piaceva, soprattutto quando l’abbracciava. Perché Riccardo abbracciava tutti, abbracciava sempre… con le mani giganti… e quando ti abbracciava ti batteva le mani sulla schiena e sembrava che il peggio era passato.
Ivan entra nelle grazie di Riccardo e ottiene una casetta, la numero 7, per vivere con la sua famiglia. Ma non solo. Poco dopo viene scelto da Riccardo per fargli d’autista. La persona più vicina a Riccardo, la carica più ambita, il braccio destro di quel dio che è Riccardo. I tanti privilegi costano però altrettanti “favori” (bruciare ville, uccidere un orso, così tanto per fare qualche esempio) che lo portano a perdere Barbara e a rischiare in prima persona di finire in guai molto seri.
Tanti personaggi sfilano in Collina: Pittore, Fabienne, Daniele, Daria, Veleno, Sebastiano, Ciacione, Johnny, tutti vi lasceranno qualcosa da portare con voi. Conoscere le loro vite, lo loro storia, sarà un vero onore, ve lo posso assicurare.
Di cose da dire ne avrei ancora una valanga, ma credo di essermi già dilungata abbastanza. Che ho amato questo libro era per caso stato detto tra le righe?
Se penso a cosa mi ha colpito di più potrei fare un elenco infinito. Ogni pagina mi ha tenuta incollata, con il fiato sospeso, i nervi tesi, la voglia di intervenire fisicamente nella scena, di dire la mia. Mi sono sentita coinvolta.
Se volete sapere qualcosa di più sulla storia di Andrea Delogu e di come è nato questo romanzo (che parte appunto proprio dalla sua esperienza personale) vi consiglio questo articolo su Repubblica e il sito dell’autrice.
Qui invece trovate il booktrailer del libro con una playlist di video davvero da brivido e la possibilità di scaricare gratuitamente il primo capitolo del libro (che io dopo sei righe avevo già acquistato l’ebook intero!).
Il prossimo libro per #leggiAMOlo è L’imprevedibile viaggio di Harold Fry di Rachel Joyce.
Vi aspettiamo numerosi!
[…] invito a leggere la recensione di Valeria che, a differenza della mia, è una recensione in piena regola. Brava […]