Benvenuti alle elementari (#perdire)

Il cielo è tornato sereno dopo giorni di pioggia fitta. Un gruppo di mamme parlotta allegramente appena fuori dal complesso scolastico. I loro bimbi giocano a rincorrersi intorno al piazzale.

Un altro gruppo di mamme, rigorosamente marmocchio free, si stringe in un capannello serratissimo. Prendono a bisbigliare mentre le teste si scuotono ripetutamente e gli occhi corrono furtivi dentro e fuori dal cerchio. Si guardano intorno, bisbigliano di nuovo. Non si capisce se stiano condividendo piani segreti del Kgb o spacciando l’ultima ricetta per il coccolino fatto in casa. E va bé.

Ci sono mamme sole che scrutano guardinghe le altre mamme. La mente registra ogni minimo dettaglio: l’abbigliamento, il trucco, la parlantina. La quantità di mamme conosciute, soprattutto, per valutarne il livello di popolarità che verrà rapportato poi all’incidenza media della loro vitalità sulla propria congenita apatia per stimare quanto la presenza del loro pargolo nella stessa classe del proprio marmocchio potrebbe dar luogo ad un anno scolastico di merda. Per dire.

Ci sono mamme che sembrano i bimbi sperduti dell’isola che non c’è. Mamme che avvicinano altre mamme per fare domande improbabili:

“Da quante strade è accessibile la scuola?”

“Mah, questa e quella”

“Solo due?”

Eh. A meno che non conti di cimentarti in recuperi al limite del possibile, calandoti dal camino della scuola in tuta mimetica e un cappello di fronde, direi che sì, due sono più che sufficienti.

Una mamma sta cullando una bambina nella sua carrozzina. Di fronte a lei un’altra mamma prende a cullare il trolley del figlio maggiore. Allo stesso ritmo. A dimostrazione che uscire dal tunnel è forse possibile ma comunque piuttosto difficile.

Ci sono anche i papà. Piccoli puntini assenti in quell’universo quasi totalmente femminile. Sguardo basso, aria vaga, fischiettando si avvicinano all’ingresso pronti a rispondere “Come? Cosa? Chi io? Eh no, io passavo di qui per caso.

E poi, all’improvviso, un tizio basso e tarchiatello, il cranio in piazza già da un pezzo, svelto si fa largo tra i genitori andando ad infrangersi sonoramente contro la porta a vetri della scuola. Dall’interno una mano spinge il maniglione spalancando la porta accanto. “Preside, l’entrata è da questa parte!

Andiamo bene.

Il tizio si ricompone, afferra la valigetta e fa il suo ingresso nella scuola salutando con ampi gesti della mano manco fosse venuto per la benedizione. Che poi ce ne sarebbe pure bisogno.

I gruppetti di mamme si sciolgono e iniziano a prendere posto nella sala mensa. Davanti a loro siedono, in tipico stile comizio di partito, il preside e il corpo insegnanti. Corpo. Corpicino, direi piuttosto.

Qualcuno chiede silenzio, qualcuno chiede pietà. Qualcun altro ancora si sta chiedendo diversi perché.

Il preside si alza, mette la mano al petto e…

Il nostro primo incontro con la scuola elementare è stato piuttosto folkloristico. Senza scendere troppo nei dettagli, e per non sollevare inutili polemiche, vi dirò soltanto che c’è un motivo per cui io, ad esempio, non potrei mai fare la modella. Lo stesso per il quale il preside della nostra scuola elementare avrebbe dovuto forse, più saggiamente, tentare un’altra carriera.

Una qualsiasi sarebbe andata molto più che bene. Per dire.

3 comments to Benvenuti alle elementari (#perdire)

  • Moky Sempre Mamma  says:

    ahahahahahahhahaahhahahaha

  • Mammaalcubo  says:

    Ahahah il capannello serratissimo di mamme c’è ogni giorno anche all’uscita della scuola di mio figlio. Osservatrici compulsive, giudici di tutti, così strette nel loro cerchio che non passa nemmeno l’aria.
    Brava che le hai beccate subito, così sai cosa ti aspetta: critiche se ti trucchi troppo, o se non ti trucchi affatto, se metti i tacchi o le pantofole, se sorridi, se le saluti, se non le saluti… Benvenuta!!!
    Ma vedrai che la scuola, capannelli di mamme a parte, è bellissima 🙂

    • robedamamma  says:

      ah ah andiamo bene! mi recherò all’uscita della scuola con una busta di plastica in testa!! grazie dell’incoraggiamento, possiamo farcela! 🙂

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