Dove vivono i sogni
Mi sono sempre chiesta dove vivano i sogni.
Nella mente o nel cuore. Nel primo cassetto del comodino, su una spiaggia assolata o in un paese meraviglioso ai confini del mondo.
In quella busta che non hai il coraggio di aprire, sopra un palcoscenico, sotto le stelle, dentro a un abbraccio che aspettavi da tempo.
Qualunque sia il posto dove vivono i sogni, una cosa è certa: i sogni stanno sempre alla fine di una strada. Meglio se tortuosa e un poco accidentata, così che nel tragitto il desiderio di realizzazione cresca in misura pari a quanto cresce la difficoltà.
Anche il mio sogno sta alla fine di una strada. Una strada statale, per l’esattezza, dove la nebbia in autunno si posa per restare almeno fino a primavera e l’illuminazione è piuttosto scarsa, al contrario dei tratti sprovvisti di guard rail.
Alla fine di questa strada c’è un castello, un castello vero, con le torri quadrate, le mura merlate, il ponte e un fossato. Per raggiungere l’ingresso lo devi costeggiare per intero. E siccome è davvero stupefacente, vedere un castello nel bel mezzo di un paese, la prima volta conviene circumnavigarlo a piedi e perdersi in quegli Oh e Uah che altrimenti ti farebbero di certo mancare uno stop o una precedenza. E poiché pare che questo castello sia stato già teatro di decapitazioni e sbudellamenti vari nel corso dei secoli, è opportuno stare molto più che attenti alla guida nei suoi pressi.
Alla fine della strada dicevo, e dentro questo castello, ogni lunedì dalle 21 alle 23, per i prossimi mesi, ci vivrà il mio sogno imperfetto e un po’ malconcio.
Vivrà tra le mani di un signore che quando parla di parole (di belle parole, di parole usate bene) gli occhi prendono a sorridergli, dietro la montatura gialla degli occhiali, senza che possa evidentemente riuscire a controllarli.
Che io la prima volta che l’ho visto, ancor prima che dicesse una parola, ho pregato che sapesse esattamente cosa farne, almeno lui. Perché quando affidi i tuoi sogni a qualcuno, si sa, vorresti saperli in buone mani.
E lui poi ha aperto bocca per la prima volta, quel momento in cui sai che ci si gioca tutto. E mi ha dato sei anni più di quelli che ho. Vabbè, niente male come inizio.
Qualche minuto dopo, contrariamente ad ogni aspettativa, mentre la mia autostima spazzava i pavimenti, il mio sogno si svegliava e, stiracchiatosi quel tanto che bastava a riguadagnare forma, prendeva ad aleggiare per la stanza. Libero ed euforico come non lo vedevo da tanto.
E insomma oggi vi ho raccontato dove avrà casa il mio sogno per qualche tempo, e mi farebbe davvero molto piacere conoscere alla fine di quale strada (buia, accidentata e senza guard rail) vive il vostro di sogno.
brividi
<3
come mi piace il tuo modo di scrivere… vai per il tuo sogno e goditelo…
Io sono ancora e di nuovo per strada, è buia e con la nebbia ma forse in fondo intravedo anche il mio castello che custodisce il mio sogno.
Spero sia fatta luce sul tuo sogno prestissimo! Grazie per il
Sostegno, ti abbraccio forte
Non vivo di sogni, non si realizzano mai.
Lo so, non dovrebbe essere così, ma ormai non so più essere diversa.
Ecco allora io spero che ci sia un sogno che si realizzi per te così, all’improvviso, quando meno te lo aspetti, e magari ti faccia riacquistare la fiducia nel potere dei sogni, che dici? Intanto ti abbraccio, che male non fa 🙂
[…] Robedamamma e “Dove vivono i sogni“ […]
[…] Proprio a questo proposito ecco la prima foto, il primo momento che porterò con me di questo mese: il castello dove ogni lunedì, nei prossimi mesi, avrà casa il mio sogno. […]