Il nostro ultimo primo giorno di scuola materna
Tutto è iniziato in un centro commerciale in cui io e lei, basite davanti ad una pila di astucci in ipermegaofferta al modico prezzo di 24,99 euri solo per oggi e solo per voi, ci siamo dette che no, per questo ultimo anno di scuola materna non eravamo ancora pronte.
Con ancora mente e cuore al Portogallo, e un elenco infinito di cose da comprare in mano, abbiamo vagato per ore tra le corsie dell’ipermercato in preda ad un senso di fuggiamo-via-dalla-routine-che-sta-per-prenderci-e-apriamo-un-chiringuito-a-Formentera.
Il fatto è che tra la vita allo stato brado di queste vacanze e l’incasellamento nel nuovo anno scolastico è passata solo una manciata di giorni. Troppo poco per metabolizzare il fatto che questo sarà il suo ultimo anno di scuola materna. Ma come, a me pare abbia iniziato l’altro ieri!
Ancora me lo ricordo quando m’imboscavo dietro la cancellata del cortile e spiavo i bimbi settata in modalità maniaco. Non ero pronta allora e non lo sono adesso.
Ma nonostante questo, lo scorso giovedì mattina, io e lei ci siamo sedute al tavolino del bar, abbiamo ordinato un bicchiere di latte, un caffè americano e due brioches alla marmellata, abbiamo riso di un tizio e il suo cane perfettamente identici tra loro e ci siamo fatte i baffi di latte e una foto ricordo. Di questo nostro ultimo primo giorno di scuola materna.
Poi lei ha detto andiamo e io avrei voluto chiedere dove? così, giusto per vedere se magari c’erano ancora alternative.
A scuola abbiamo salutato mamme e marmocchi, sistemato il materiale negli appositi spazi, appeso asciugamano e bavaglino al contrassegno con la papera e lasciato un pezzo di cuore nell’armadietto delle scarpe.
Quando siamo entrate in classe lei è scappata a giocare con i suoi compagni. Io mi sono fermata a parlare con le maestre, occhi e orecchie che s’intrufolavano nei suoi discorsi. Le ho fatto un cenno con la mano, lei ha ricambiato. Ho pensato Ecco, ora manco mi saluta. E me ne stavo andando.
Lei però ha gridato Aspetta mamma, ed è corsa in braccio per baciarmi. Ho pensato Ecco, ora piange. E non stavo parlando di lei.
Quel pomeriggio lo abbiamo passato alla bibliotechina di Paesello, che ormai funge per noi da camera antipanico. Abbiamo mangiato carote e letto guide turistiche su Milano e provincia, dimostrando che no, per questo nuovo anno scolastico non siamo pronte per niente.
Ma nonostante tutto sono emozionata e felice per lei, che quest’anno è una farfalla e alla scuolina imparerà un sacco di cose.
Così volevo dire buona fortuna a tutti i marmocchi, qualunque sia la nuova sfida che stanno per affrontare, ma soprattutto ai loro genitori e agli insegnanti. Perché vederli crescere è un onore e un impegno, un privilegio e un duro lavoro. E senza un po’ di fortuna, diciamocelo, saremmo spacciati!
Buon nuovo anno scolastico a tutti voi.
Nota: No, la mega offerta poi non l’abbiamo colta al volo, ma l’astuccio lo abbiamo trovato lo stesso un paio di giorni dopo. Sei euro e novantanove centesimi, quattro scomparti, pennarelli e matite di ottima marca. E non era manco in offerta, tiè!
In bocca al lupo anche a me allora! Che da educatrice sto tutto il giorno con marmocchi rumorosi e pieni di vita! Saranno pesti ma li amo. In bocca al lupo anche a te, conosco mamme e capisco cosa vuol dire lasciare il proprio figlio ogni mattina. Se un giorno avrò figli miei forse non li farò uscire di casa fino ai 30 anni. Ecco, da educatrice dovrei dire il contrario. Un bacio
Ah ah fantastico Stella! in bocca al lupo per questo nuovo anno e brava! perché hai scelto un lavoro meraviglioso! a presto
[…] ricorderete l’enorme ottimismo con cui affrontavo l’ultimo primo giorno di scuola materna della Marmocchia. Niente, non mi sentivo pronta allora, figuriamoci […]