Il mio Agosto fotografico: #instagram 8/13

So che dopo gli imponenti resoconti fotografici di quest’estate, qui e sui social, al pensiero di altre foto (mie per di più) la mente vacilla. Se vi prometto di andarci giù leggera rimanete con me?

La foto che amo di più di questo mese è quella che vedete in apertura. Ho incontrato questo anziano signore al bar in una mattina di agosto in cui solo gli animi più impavidi si avventuravano per le vie del centro. Io e lui, in pratica.

Scriveva una lettera, chissà diretta a chi, e ogni tanto tirava su col naso. Le lacrime scendevano discrete. Discretamente avrei voluto consolarlo. Gli ho lasciato un caffè pagato uscendo. Che poi magari a quel signore il caffè nemmeno piaceva (quella mattina, in effetti, aveva scelto un bicchiere di latte). Ma qualcosa dovevo pur farla, no? Porto con  me il suo ricordo da allora. E lo so che non si fanno le foto a tradimento agli sconosciuti, ma era così poetico che non ho potuto farne a meno. E poi magari se ci impegnamo tutti insieme, al mio tre, riusciamo a fare in modo che quella lettera abbia un seguito positivo, eh?

Di questo mese ho amato tanto la mini fuga al mare con lei. Le passeggiate in riva al mare, la spiaggia deserta alla mattina, la musica a tutto volume in camera (con lei che inventava le parole e io che adesso canto i più grandi successi dell’estate 2013 con i testi tutti sbagliati), la scelta dell’outfit serale, le coccole prima della nanna, i suoi sorrisi appena sveglie. Le grandi abbuffate, la nostra gita a Final Borgo, le tante foto fatte insieme come due adolescenti in gita scolastica e l’aver scoperto (come se non lo sapessimo prima, eh) che in due è bello, ma senza il terzo non è la stessa cosa. Papà ci è mancato proprio troppo, nonostante sia stata una bellissima vacanza.

Meravigliosamente sorprendente Finale!

La sua indecisione prima del bagno.

Lo staff del nostro albergo (capello più, capello meno).

Un momento di cuginitudine al campeggio.

Un’estate pazzesca, ve lo devo proprio dire. Devo cercare di ricordarmelo, quando arriverà l’inverno e le giornate corte, che poi il sole ritorna di nuovo.

E la seconda foto che amo di più di questo mese ha come soggetto di nuovo una persona incontrata per caso. Questa volta siamo ad Oporto, in attesa del nostro volo di ritorno e lei cattura la mia attenzione e scatena la mia fantasia dandomi la giusta spinta per finire un racconto che mi insegue (perseguita?) dall’inizio di quest’estate. Sarà stato destino?

Il cappello di paglia sul tavolo, la borsa verde acqua aperta sulla sedia accanto a lei. Ma soprattutto quello sguardo che vaga distante, tradendo un pensiero lontano, lontanissimo da dove eravamo. L’ho trovata di un poetico senza precedenti.

Qualunque sia stata la foto più bella della vostra estate vi auguro di portarla con voi attraverso l’autunno e fino all’inverno, quando ne avrete bisogno per scaldarvi mani, piedi e cuore. Io ci proverò!

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