Un libro e una poesia per tutti i papà
Auguri a tutti i papà in ascolto. E a tutti i vostri papà.
Questa è una delle mie feste preferite, devo ammetterlo, e per l’occasione vorrei farvi due piccolissimi regali.
Il primo è un libro per i papà speciali. E ce ne sono tanti in giro, lo so. Io, ad esempio, ne conosco due meravigliosi: uno mi ha cresciuta, l’altro me lo sono sposata.E va bè.
L’ippocampo, un papà speciale di Eric Carle racconta la storia di un ippocampo, meglio conosciuto come cavalluccio marino, che dopo aver preso in custodia le uova dei propri piccoli dalla mamma le porta con sé nella speciale tasca che ha sul ventre. In natura sono molte le specie animali che si disinteressano delle proprie uova una volta deposte. Ma il cavalluccio marino no. Lui è un papà molto affettuoso e presente. Un papà davvero speciale!
Bellissime le illustrazioni (come sempre nei libri di Eric Carle), arricchite da alcune pagine trasparenti che permettono di sbirciare tra canneti, coralli e alghe.
Un libro molto dolce per dare il giusto risalto alla figura del papà. Per dare un’occhiata alla versione inglese (Mister Seahorse), potete leggere il mio post in proposito sul blog dell’inglese per bambini.
E per finire ecco il testo della poesia imparata alla scuola materna per la festa del papà. Ma ditemi, ad un certo punto si smette di commuoversi quando i marmocchi recitano le poesie? No, perché qui ogni volta son dolori. Pure quando le poesie non sono indirizzate a te. Sentite che dolcezza:
Papà sei nel mio cuore:
Oh papà è vero che ormai sono grandetto
ma io non ti so fare un discorsetto.
Parla per me il battito del mio cuore
tic tac, tic tac
lo senti papà?
È proprio amore!
Papà mio non trovo le parole
per dirti quello che il mio cuore vuole
un bacione in aiuto mi viene
prendilo tu: ti voglio tanto bene,
Auguri papà!
Va bè, prima di andare di là a finire i kleenex, volevo dire un grazie al Ninnatore. Volevo dirgli grazie per quella prima notte a casa in tre, con la Marmocchia immersa nella cacca fino al collo, quando ci siamo guardati come a dire E mo’? ma lui non se ne è tornato a letto, no. È rimasto lì, incapace tanto quanto me, ma presente. Ecco, per me quella volta ha voluto dire tanto. No, veramente ha voluto dire tutto. Va bè, era un grazie un po’ confuso, ma so che lui capirà.
Baci e auguri a tutti.
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