Certe sere
Certe sere le aspetti da così tanto, che sembra non arrivino mai. Non è che proprio ci speri, ma qualcosa nel tuo cuore al solo pensiero s’infiamma.
Certe sere decidi coraggiosamente che vuoi viverle da sola. Perchè, per quanto possano spaventare, sono proprio quelle sere che ti fanno crescere e fare un passo avanti verso il tuo sogno. Comunque vada.
Sono in anticipo di una vita e non so davvero come ingannare il tempo nell’attesa. Passeggio su e giù senza avvicinarmi troppo all’obiettivo. Ci vuole tempo per certe cose. E fortunatamente non mi manca.
Al primo tentativo viro a destra cento metri prima di fare centro. Non male, mi dico, se non altro mi sono avvicinata. Finisco in un bar nel quale investo una discreta somma per un caffè pessimo. Pessimo investimento. Inspiro r-espiro. Inspiro r-espiro. Devo assolutamente ricordarmi di respirare per il resto della serata.
Ok, ci sono. Io… andrei.
Col secondo tentativo manco solo di un soffio la porta d’ingresso. L’insegna di una libreria mi attrae irresistibilmente verso di lei.
Per me i libri sono casa. E ho bisogno di casa ancora un po’.
Il terzo tentativo è quello giusto. Peccato che a quel punto sia definitivamente nel pallone e debba farmi ripetere tre volte le indicazioni (peraltro, e a onor del vero, piuttosto memorizzabili: in fondo al corridoio scendere le scale sulla destra).
“Signorina, in fondo al corridoio”
“Signorina, non le scale che salgono sulla sinistra… quelle che scendono sulla destra”
“Signorina. Signorina! Quella è la porta del bagno!”
Raggiungo finalmente la sala delle premiazioni e senza guardare in faccia nessuno mi siedo. In ultima fila. Sull’ultma sedia. Quella dietro alla colonna.
Dopo qualche minuto di attenta osservazione delle mie scarpe provo ad alzare timidamente lo sguardo.
La sala è gremita. E non ho mai visto tante persone con un libro in mano tutte insieme in vita mia.
C’è chi legge Cechov. Chi Montale. Chi Dante.
Roba leggera, eh. Peggio mi sento e ritorno a guardarmi le scarpe.
Inizia la serata. Mi pare di avere la febbre e mi vien da gomitare (come direbbe mia figlia).
Intendiamoci, non è che ci abbia mai davvero sperato.
Ma che ne so, poi sei lì e pensi che, a dirla tutta, sarebbe proprio figo.
Nota importante per la prossima volta: mai andare a questi eventi da soli. Che ne so, un cugino di quarto grado, il postino del paese, il panettiere sotto casa.
E poi la serata prosegue. Decimo, nono, ottavo classificato.
Ammazza quanta bella gente. Mi piace quest’atmosfera di parole, dedizione e passione.
E settimo, sesto e… ma… cos’ha detto? Ha detto il mio nome? Ha detto il mio nome?!?!
Signora scusi, ha detto il mio nome?
La vecchina accanto a me se ne è andata con Morfeo già da un pezzo.
Buio.
Qualche secondo dopo sono sul palco con un attestato in mano e il flash sparato negli occhi. Il viso ingessato, lo sguardo perso, la saliva a zero e una specie di tic nervoso che non mi fa smettere di dire grazie. E grazie. E grazie.
Ci vogliono tre persone e dieci minuti buoni per spiegarmi che non sono arrivata prima ma sesta.
Mi ci vuole tanta pazienza e il resto della serata per spiegare a tutti che sono enormemente felice lo stesso. Che mi pare un miracolo oltre che un ottimo punto di partenza (non di arrivo, s’intende, di partenza).
Ora. La brutta notizia è che pubblicavano solo i primi cinque racconti classificati. La buona è che mi hanno omaggiata (a titolo rosicativo, suppongo) della suddetta raccolta. E che è davvero straordinaria.
Prendiamo il primo classificato, ad esempio. L’aria da scrittore maledetto, misantropo e assolutamente mal collocato nel nostro secolo. Fisicamente un incrocio tra il Foscolo e Leopardi. Ma (perdonatemi il francesismo) sti cavoli che cosa ha scritto!
Trovate la sua meraviglia nella raccolta “Milano è un viaggio” in vendita presso la Libreria Mahler di Milano.
E guardate un po’, tanto per capire il tipo, cosa gli è caduto a terra la sera della premiazione.
Trattasi della Divina commedia. L’inferno per la precisione.
Niente da fare. Questi sono i veri fuoriclasse. E da loro c’è solo da imparare.
Certe sere ti si imprimono dentro come sulla pellicola. L’immagine pare sfocata, ma la sensazione rimane viva per sempre. E la gioia è così tanta che hai solo voglia di condividerla con gli altri.
Allora io la condivido con voi.
Un ottimo inizio di settimana a tutti.
Quando hai scritto “Sono in anticipo di una vita” mi è sembrato di vedere tutte le sere come questa che riempiranno la tua vita, e che stanno arrivando… è questo, sei in anticipo, ora ti stanno raggiungendo, Vale, vedi, una è già arrivata! 😀
Come sono orgogliosa di te! Sono FIERA di te, di dire in giro che siamo amiche 😀
BRAVA Vale! E grazie delle cose meravigliose che scrivi, di dividere con noi tutta questa bellezza 🙂
Ti abbraccio forte forte 🙂
Micky grazie del tuo supporto. Di tutti i suggerimenti e l’aiuto che mi dai. Sai benissimo che senza il tuo appoggio non mi ci sarei nemmeno buttata. Perciò grazie. Davvero!! Mi fai pensare al bello e ricordare che c’è un mondo fatto di cose per cui … vale davvero la pena. Un pensiero contorto, lo so, ma credo anche che lo capirai. Ti abbraccio
bravissima!!!! e questo tuo post è proprio bello 🙂
La Commedia che avevo a scuola! La mia fedele compagna del primo anno di università! Quante volte mi sono detta che mi piacerebbe rileggerla. Questa volta sesta, la prossima….. un abbraccio e un’ottima giornata anche a te 🙂
Ciao Lucia!! Anche mia sorella aveva quella stessa edizione che girava per casa e per questo mi è risultata subito così familiare! Un abbraccio grande
BRAVA, CONGRATULAZIONI! che belle soddisfazioni! Ma visto che pubblicavano solo i primi 5 non c’è modo di leggere il tuo racconto in altro modo?!!!
Ciao!! Grazie mille!! Per ora il mio raccontìno vaga per casa in cerca di nuove correzioni per una stesura definitiva. Che spero arrivi a breve… Poi sarò felice di condividerlo! A presto
vale x noi che ti leggiamo sempre con grande entusiasmo è come se fossi arrivata prima!!! complimenti!!! ottimo spinto di partenza!!:-)
Grazie Dany!! Per me sapere che mi leggete è la motivazione più grande che ci possa essere! Un abbraccio
[…] partecipato a questo concorso letterario indetto dall’Associazione Milanosud. Non è la prima volta, a dire il […]