14.06.12: Madonna canta a San Siro e io dormo a casa da mamma #eventiepocali – 1° parte

Più o meno è andata così. A dimostrazione del fatto che, come sosteneva tempo fa qualcuno, io dall’adolescenza non ci sono mai uscita.

14.06.12 – ore 21: il sole tramonta e San Siro inizia a vivere.

Sotto di noi la folla balla. Accanto a noi Milano brilla. I vantaggi di essere in piccionaia.

Noi: cinque ragazze cresciute a pane e Material Girl. Al gruppo si unisce un ragazzo che ci espone immediatamente la sua personalissima visione di vita: e non ci sono più le mezze stagioni e si stava meglio quando si stava peggio e tanto, si sa, a dicembre la fine che si fa.

E va bè.

Ma veniamo a Lei. Prima donna dalla nascita e fin nel midollo, si fa attendere per oltre un’ora. Noi la si aspetta, eh, non ci si muove. Ma il pensiero va a tutti quelli che, come me, sarebbero messi alla porta a calci nel didietro presentandosi a lavoro con un’ora di ritardo.

Poi però Lei arriva. Con calma, ma arriva. Ed è subito show.

Coreografie suggestive e gran forma fisica. Nella prima mezz’ora, però, qualcosa mi sfugge. Sparatoie e risse coreografate, alla presenza di crocifissi sparsi qui e là. Per un attimo pare di stare al concerto di Marilyn Manson.

“Mi scusi, è sempre Madonna, nevvero?”

Certo, è che ce l’ha un po’ con la Chiesa“.

Ah bè“.

E si va avanti. Cambia il mood e, al posto dei crocifissi, pon pon come se piovesse. Colori sgargianti, balletti scoppiettanti e sul palco si torna a volersi bene. A tutti, tranne che a una.

Mi perdoni, con chi ce l’ha adesso?“.

Lady Gaga. C’è un po’ di maretta fra le due. Sa com’è, le vecchie e le nuove generazioni, non ci si piglia mai!”.

Ore 23, forse è un’impressione, ma sulle note di Masterpiece San Siro ammutolisce. Una ola di pelle d’oca e commozione, come se lo stadio intero stesse trattenendo il fiato.

Vale il prezzo del biglietto, a mio parere.

Eccezionale su Like a prayer, piccola caduta di stile su Like a virgin.

“Mi scusi tanto sa, ma perchè canta Like a virgin accasciata a terra e con cotanto addoloramento?”

“Dev’essersi commossa cantando”.

Chè ognuno nella vita c’ha i suoi tasti dolenti.

E insomma un bello spettacolo, con qualche piccola perplessità qui e là da parte mia, ma ne valeva la pena.

 

E domani vi racconto il dopo concerto e la notte da mamma.

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