E il meglio deve ancora venire
Ci risiamo. Ninnatore spiaggiato sul divano dall’ennesimo colpo di coda influenzale. La Marmocchia mocciolosa, fa il pieno all’asilo e poi unge tra le quattro pareti domestiche. Le roselline dell’ 8 marzo hanno capito l’antifona e si sono suicidate il 9. Io e i miei granuli omeopatici pratichiamo una resistenza silenziosa e quanto mai disperata. Temo a breve soccomberemo.
E poi c’è Patatone.
Metà nonno, metà pianta da appartamento. E un po’ Harry Potter da vecchio, come disse una mia saggia amica.
Patatone è l’unico della casa che pare avere una scorza dura e una tempra inaudita. Lui osserva da dietro gli occhiali e un paio di volte giurerei di averlo visto sogghignare sotto i folti baffi.
Imperturbabile, sanissimo e in attesa che sul suo crapino germogli una fluente chioma. Ma il vegliardo non sa che il meglio deve ancora venire.
Abbiamo scoperto che la nostra compagna di armadietto alla scuola materna ha avuto la varicella. Un alleluja per noi, sorelle.
Nella stessa giornata un gioioso cartello annunciava che le brigate pidocchie vagano ancora per i corridoi della scuola, cercando le prossime teste da abitare. Doppio alleluja per noi.
Infine, per il prossimo sabato, è in programma nano-party per festeggiare il compleanno dei cugini marmocchi, ovvero nano-concentrazione epidemica della qualunque.
Va bè, poteva andare peggio (e in effetti fa ancora in tempo a peggiorare).
È che siamo di nuovo orfani del pediatra di base. Dopo l’ennesima diagnosi ad minchiam (“potrebbe essere influenza, o una malattia esantematica che deve ancora sfogare, o semplice raffreddore, o…” e avanti così per un quarto d’ora, tirando bellamente a caso. E a parte le malattie debellate da oltre un secolo, le ha provate praticamente tutte).
E per finire, un incidente diplomatico potrebbe causarci gravi dissidi col pediatra sul serio. Peccato. All’ultima visita abbiamo goduto di un momento musicale pazzesco, col cd di Mina in filodiffusione nella sala d’attesa. E dove lo ritrovi uno così?
Chè non c’è limite al peggio è un’assoluta verità.
Come ti capisco….dopo che venerdì ce l’hanno “cacciato” dal nido dicendo che gli erano venuti puntini rossi e che quindi non potevano tenerlo lì con gli altri bimbi e sospettavano morbillo (tato non è vaccinato), la peddy lo ha visto 2 volte e definito una malattia scarlattiniforme (inizialmente incerta tra morbillo e scarlattina, con tampone però negativo). Io a casa senza stipendio per malattia bimbo, colleghi in ufficio che mi tirano dietro maledizione per mia assenza. Mia mamma purtroppo non è fisicamente in grado per problemi di salute di tenermelo mentre i suoceri sono a 30 km di distanza…vedrò, sperando non ce ne siano altre, nelle prossime occasioni, di sfruttare loro. In bocca al lupo per tutto!
Ciao Giulia, devo dire che è già moooolto difficile se hai chi ti aiuta. Ma senza nonni è davvero durissima. Perciò nonostante tutto devi essere fiera di te! Certo, uno poi spera sempre che non si ammalino (e in linea di massima sarebbe apprezzabile sapere quantomeno di cosa sono malati… così, giusto per curiosità!).
T i capisco. Resistiamo? A presto
Vale! Mannaggia che bel periodino! Certo senza l’aiuto dei nonni è un guaio… ma tu per fortuna hai Patatone! 🙂
(no eh?… ok, ci ho provato…)
Resisti… un giorno avrai una medaglia per questo!
Vabbe’, sto zitta. Coraggio cara tifo per te.
Guarda, in realtà c’hai preso! Patatone ormai è mio amico nonchè confidente! Ah, senza lui che farei!! 😉
[…] nella foto è Patatone, metà nonno e metà pianta da appartamento, arrivato da poco in casa nostra. Mi sembrava si […]