Tentativi di spannolinamento: svolte e risvolti
ATTENZIONE: questo post contiene tracce di tracotante entusiasmo (peraltro ingiustificato), desiderio di affrancamento e promesse di un futuro migliore.
Alla fine perdemmo numerose battaglie ma vincemmo (quasi) la guerra.
Dopo settimane di ferma ribellione e categorico rifiuto di usare vasini, riduttori e in generale qualsiasi oggetto non fosse in tessuto plastificato (possibilmente assorbente e con una famiglia di orsetti stampata sopra), la Marmocchia è capitolata. Fosse anche solo per non sentirmi più chiedere “devi fare pipììì” con la vocina stridula e l’insistenza di un martello pneumatico. O perchè in effetti convivere con una che ti ricorda ogni sei secondi che “tanto prima o poi ti scapperà” è tremendo. Ma tant’è.
Negli ultimi giorni gli obiettivi centrati si sono susseguiti uno via l’altro in un tripudio di applausi, manifestazioni di gaudio, commozione generale e il vago sospetto di aver riportato a casa dal week end lungo la bambina di qualcun altro. Oh bè, anche fosse, che importa? Questa ci piace un sacco! Frigna meno, fa i bisogni a comando e sembra anche un po’ più alta della precedente (che sulla curva di crescita dell’altezza sta da sempre su un ipotetico punto al di sotto del grafico).
Ebbene, c’è stata una svolta. Diciamo che se decidessimo di non uscire mai più di casa potremmo considerare pressochè chiuso il capitolo patello. Lo so, lo so, così non vale. Le regole dello spannolinamento parlano chiaro e non consentono eccezioni né fuori né dentro casa: il pannolino quando è tolto, è tolto.
E invece io insisto (benchè sia stata additata come folle) con il mio metodo innovativo di spannolinamento per gradi, ovvero togliere il patello affrontando una situazione per volta. Perciò al momento sto concentrando i miei sforzi esclusivamente indoor. Non lo so se poi alla fine funzionerà davvero, a me sembra già tanto essere arrivata fin qui. E non so nemmeno se lo consiglierei. Però una cosa è certa: se decido di brevettarlo e ne faccio un manuale lo intitolo davvero “Spannolinamento per negati” (chè non posso credere nessuno lo abbia ancora fatto). Sottotitolo: “come togliere il pannolino al vostro marmocchio rischiando l’esaurimento nervoso, il crack famigliare e la pubblica derisione”.
Detto ciò, quest’oggi vorrei parlare di come cambia l’assetto di casa sulla via dello spannolinamento. Se come la sottoscritta, sull’onda dell’esaltazione per aver procreato uno dei maggiori produttori di scorie mondiali, vi eravate a suo tempo dotate di uno di quei monumentali fasciatoi con bagnetto incorporato e ripiano portaoggetti, rigorosamente ad altezza rotula, avrete probabilmente come primo obiettivo quello di disfarvene smontandolo a morsichi pezzo per pezzo per poi portarlo al più vicino inceneritore e vederlo bruciare lentamente.
Sì perchè il fetente ha trascorso gli ultimi due anni e mezzo nella penombra del vostro bagno cieco, coltivando un solo subdolo scopo: procurarvi quante più lesioni possibili. Tra ginocchiate, alluci pesti, e rovinose cadute, avete passato più tempo ad imprecare contro quell’ingombrante aggeggio che ad utilizzarlo per gli usi consentiti. Ora che finalmente si avvicina il momento dell’addio provate una certa impazienza unitamente ad un sadico senso di rivalsa.
E poco importa se ad oggi la vostra casa è stata spogliata di tutti i tappeti (perchè non rechino tracce indelebili del “passaggio” del vostro marmocchio); divani, poltrone, letti, armadi, pouf sono stati transennati per impedirne l’accesso, ogni singola stanza è stata dotata di un punto, più o meno legale, di evacuazione e le vie che indicano il percorso per il bagno sono segnalate da lampadine fluorescenti che sembra di stare su un volo transoceanico. Ci mancano solo un paio di stuart per la dimostrazione.
Ma niente vale quanto la soddisfazione di sbarazzarsi di quell’ammasso di plastica. E allora via ad incoraggiare la Marmocchia: “dai che così possiamo finalmente liberarci del fasciatoio, su su ad usare il vasino!”, come se a lei potesse davvero importare.
E poi, a dirla tutta, coltivate in segreto la speranza di veder comparire davvero, nel corridoio di casa vostra, due bei pezzi di stuart ad indicare le vie di accesso ai bagni con quel fare ridicolo ma che ora trovereste di certo irrimediabilmente sexy.
Peccato solo che, al momento, la vostra meta più ambita sia al massimo quel di Caccolandia.
EVVIVAAA! Grandi successi 🙂
Complimenti alla marmocchia 😉
Anche la mia sorellina è stata spannolinata per gradi, l’ultimo ad andarsene è stato quello notturno: ora ha diciassette anni, e ti posso confermare che padroneggia l’uso del water allaperfezione! 😀
Che bello, una soddisfazione………vero?.!!!!!! Sono contenta per la marmoccia (ma soprattutto per mamma e papà)
Chi ha detto che il metodo per gradi sia sbagliato? Perchè esiste UN metodo? Dipende dai bambini e dai genitori…..l’importante è la meta.
Un abbraccio alla marmocchia spannolinata!!!!
Manu!
@ Micky: in effetti l’obiettivo era questo:avere una 17enne spannolinata per casa! Siamo sulla buona strada? Ps. Pannolino notturno?sono sempre i migliori che se ne vanno!
@ Manu: hai ragione, metodi non ne esistono. Ma se non fosse stato per i tuoi “insisti” credimi avrei mollato da un pezzo. Perciò grazie! Ps. Abbiamo una data!!
meno male non sono l’unica….stavo cercando in internet qualche “dritta” per capire come muovermi con il “nanetto”…e leggerti mi ha consolato:-))
ormai è più di un mese che vado avanti e, dopo i primi 15 giorni da “manuale”, cioè seguendo le regole dei “saggi”, le ho provate tutte….
con i regalini, con le lodi, persino con il ricatto, ma niente…..
il bello è che se lo porti a far pipì nove volte su dieci la fà, quindi lo stimolo lo sente, ma mai una volta che mi chiami prima di farla, anzi lo fa subito dopo….quando ormai è troppo tardi!!!
Non sò più come fare!!!!!
a te come va?
Ciao!E benvenuta qui da noi! 😉
Io sono reduce, dopo due mesi dall’inizio dello spannolinamento, da un bisognino (quello piccolo) al parco con un amichetto perchè troppo impegnata a giocare per avvisarmi che le scappava, e un bisognino (quello grande) che ci ha colti per strada all’improvviso (ed è finita con me che raccoglievo “i pezzi” manco c’avessi un chihuahua!).
E insomma diciamo che anche a spannolinamento avvenuto gli incidenti poi ci scappano sempre.
Io non ho seguito regole vere e proprie. Ho optato x spannolinarla per gradi (prima solo in casa, poi al Parchetto, alla fine al supermercato) e ripetendole dalle 5 alle 6mila volte al giorno “devi fare pipì? devi fare pipiiiì? devi fare pipiiiiiiiiiì?”.
E forse alla fine ha iniziato a dirlo lei per non sentirlo più dire a me!!
😉
In ogni caso ci vuole tempo e dosi di pazienza sovrumane! Ma ce la farai, questo è certo! Perció tieni duro e se poi al parco incontri mamme che sostengono che il loro piccolo a 12 mesi ha iniziato a camminare, si è tolto il pannolino e ha detto “Madre, da oggi non mi serve più”, non ci credere, non è mica vero!
A presto e tieni duro!!
🙂
Ciao e grazie del benvenuto:-)
ti devo dare una notizia…..è da domenica, cioè dal 14 agosto, che ci chiama qunado deve fare la pipì… ormai è cosa fatta! …sono fiduciosa, anche se non ci speravo più! mi stavo già immaginando la scena con le maestre dell’asilo che mi dicono: “signora, finchè suo figlio non impara a tenersi pulito, è meglio se lo tiene a casa!”. Per fortuna il pericolo sembra scongiurato. Il bisognino “grande” per fortuna lo porta sempre a casa, ma di farlo in bagno non se ne parla, il suo posto preferito è dietro il tavolo in soggiorno……..hahahaha
Grande!!Non sai quanto ti capisco anche io ho creduto davvero che non ce l’avrei mai fatta! Ah ah, il bisognino grande è uno spasso, a me sta capitando di tutto (non ti dico in vacanza)! Tieniamo duro, prima o poi si esce dal tunnel… Spero!! Baci e … BRAVA!! (se non ce lo diciamo tra di noi, chi ce lo dice??!Uah ah ah!!).