La Picianna vien di giorno e ti fa svagare un mondo
La Picianna è sempre stata per me la festa dei buoni propositi per l’anno nuovo. Il giorno in cui stilare un elenco di promesse da rispettare, mentre con una mano si salutavano albero, presepe e lucine, e con l’altra si sgranocchiavano dolcetti. L’umore si incupiva leggermente e una lieve malinconia aleggiava nella casa non più illuminata a festa. In più la Picianna, e ne ignoro il motivo, mi induce ogni anno a ribaltare casa da cima a fondo, cambiare la disposizione degli arredi oltre che la collocazione di qualsiasi oggetto incroci il mio sguardo.
Quest’anno però c’è stata qualche piccola variazione sul tema che è riuscita a strapparci un sorriso (e forse qualcosa di più) anche in questi giorni in cui lo spettro della materna incombe su di noi. E forse abbiamo dato il via ad una nuova tradizione per cui questa Picianna non deve per forza portarsi via tutte le feste… qualcuna ce la può pure lasciare.
Ore 9.30 La Marmocchia si sveglia e chiede notizie, giusto per capire se nella notte la vegliarda si sia data latitante o meno. In soggiorno ci aspettano una calza piena di prelibatezze e… un riduttore per il wc! Embeh, in qualche modo la Marmocchia va incoraggiata e visto che probabilmente il Ninnatore ed io non siamo trascinatori abbastanza brillanti sull’argomento (e che forse nemmeno ci dispiace troppo) abbiamo pensato che un aiutino esterno poteva fare al caso nostro. Speravamo di infinocchiare la Marmocchia facendole credere che era proprio la sua amata eroina a suggerirle di abbandonare il pannolino. Risultato: quando la natura chiama, la Marmocchia ora si va a spiaggiare in qualche angolo della casa poco frequentato per non essere obbligata ad usare quel coso gommoso.
Ore 11.00 La famiglia è in spedizione punitiva, scopo: razziare la Feltrinelli vicino casa spendendo i buoni regalo ricevuti a Natale. L’operazione si conclude in maniera piuttosto soddisfacente e il momento va a piazzarsi in cima all’elenco di attività goduriose del nuovo anno (ma siamo solo al giorno numero 6).
Ore 14:30 La sottoscritta, (badate bene Sijori e Sijore, in totale libertà) munita di bancomat e migliore amica marmocchio-free, parte alla volta di un grande magazzino e inizia a provarsi indistintamente scarpe, vestiti, maglioni e tutto ciò che le passa sottomano purché recante cartellino “merce in saldo”, per uscirne due ore dopo con n. 1 borsa, n.1 vestitino (di dubbio futuro utilizzo) ma soprattutto una carica di chiacchiere e risate da bastare fino alla prossima Picianna. La sottoscritta ringrazia vivamente l’amica di scorribande e dopo aver preso un caffè (e cercato di spiegare al suo gatto che il mio piumino, sebbene dotato di pelo finto, non era in grado di partecipare a tentativi di accoppiamento stile “famolo strano”) riparte alla volta di casa.
Ore 18:00 La prassi del giorno della Picianna va comunque rispettata. È uno sporco lavoro, ma qualcuno dovrà pur farlo. E così un’ora dopo gli addobbi sono spariti, la libreria è stata rivoluzionata, insieme al mio guardaroba e ai due cassetti del mio comodino; ci siamo rattristati, abbiamo sgranocchiato un paio di dolcetti e segnato un paio di punti da tener saldi nel nuovo anno. Il minimo sindacale, un’ora scarsa di lavori, per osservare comunque una tradizione che quest’anno ha assunto una connotazione tutta nuova: la Picianna vien di giorno e ti fa svagare un mondo!
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