Sentirsi abitate, ovvero effetti collaterali del pancione

  • Sentirsi “abitate” fa il suo bell’effetto. A volte è un po’ come aver fatto indigestione di cozze avariate, altre è come essere prese a stilettate da uno psicotico: sei lì che ti fai bella bella gli affari tuoi e zac un calcio ben piazzato ti fa sussultare. E quando capita di notte l’istinto è quello di girarsi verso chi divide il letto con te, e assestargli una cartella in pieno viso.

Ma quel che è peggio dell’essere abitate è che il livello di privacy e intimità, che a fatica hai conquistato in tutti questi anni, viene annientato nel momento in cui, alla prima visita ginecologica, il tuo medico ti “scannerizza” le parti intime e se ne va in giro a mostrare le “foto” ad un manica di sconosciuti ma soprattutto al papà della creatura. Lì per lì pensi che gli anni spesi a non far calare il livello di attizzo del tuo compagno siano stati vanificati in una sola giornata, perché se fino a ieri eri la misteriosa panterona che condivideva con lui nottate di fuoco, ora sei soltanto una “gravida”, “primipara” e magari anche piuttosto attempata! Il ginecologo si rivolge a te e alle tue parti intime con termini che annienterebbero la libido a Rocco Siffredi, e in più la posizione sul suo lettino non ti rende affatto giustizia.

E poi c’è da dire che il pancione ha il terribile effetto di scatenare delle reazioni inconsulte, ma riconducibili a delle categorie ben definite, in chi vi incontra.

  • Amica con prole: vi guarda e già sa, non solo quello che voi sapete, ma soprattutto quello che voi nemmeno immaginate. Vi poggia una mano sulla spalla, vi guarda dritto negli occhi e vi parla dolcemente (quasi foste un’instabile mentale sul punto di scoppiare). Niente smanettamenti al pancione e niente domande inopportune. Se non è di quelle che ci tiene in particolar modo a raccontare nei minimi dettagli i particolari del proprio parto, è una categoria che potete tranquillamente frequentare durante la gravidanza.
  • Amica in cerca di prole: se vi incontra vi si tuffa letteralmente addosso. Dopo un breve saluto inizia a manomettervi il pancione (il più delle volte senza chiedere il permesso) e facendo vocine buffe all’indirizzo del fagiolino-patatino-ciccipuccettino che lo abita (e che, se potesse dire la sua, le chiederebbe di certo “ma che te sei fumata?”). Se insieme al suo compagno usa ripetere ogni vostra frase scandendola ad almeno tre tonalità sopra la vostra. A lei sembra incredibilmente romantico il fatto che il marmocchio vi prenda a calci per tutta la notte impedendovi di riposare. Con occhi luccicanti racconta al suo lui di quella volta che vi siete vomitate le interiora definendo l’episodio come una meravigliosa nausea mattutina e asserisce di non vedere l’ora di provarle anche lei. Con lei intorno non c’è speranza: sedetevi e lasciatevi rimpinzare di cibo e premure e ricordatevi di farvi una sana risata quando, incinta, vi telefonerà per dirvi che si sente un calzino sporco in bocca, la lingua felpata e non caga da una settimana. Se l’incontro vi ha tramortite, pensate al povero lui che se la porta pure a casa!
  • Amica single per niente in cerca di prole: vi saluta affettuosamente, poi lo sguardo scivola sul vostro ventre sporgente e la sua mano si gela nella vostra. Vi dice che è una meravigliosa novità accompagnando le congratulazioni ad un sorriso incerato dal quale trapela una certa inquietudine. Al pancione nemmeno si avvicina, cambia subito argomento e cerca un appiglio per dileguarsi nel più breve tempo possibile. Si accomiata promettendovi di farsi viva al più presto e nel viaggio di ritorno spera intensamente che la gravidanza non sia contagiosa ripromettendosi, comunque, di prenotare delle visite specialistiche per esserne sicura. Il giorno del parto le manderete un messaggio per annunciare la nascita del vostro marmocchio. Lei è quella che risponderà qualcosa come “Sincere congratulazioni”, il che vi ricorderà vagamente il giorno della laurea.

Ma avere il pancione comporta anche degli inconfutabili vantaggi come non fare la fila al supermercato, ricevere attenzioni e premure perfino dagli sconosciuti e avere il posto assicurato sull’autobus. Se però vivete in una grande città e prendete i mezzi nell’ora di punta è consigliabile vestire con abiti attillati che evidenzino la pancia e all’occorrenza ricordate che la frase “lo diceva il mio ginecologo che sarebbe nato prima” accompagnata da un paio di profonde respirazioni, funziona sempre!

Buona pancia a tutte!

One comment to Sentirsi abitate, ovvero effetti collaterali del pancione

  • Daniela  says:

    Vale…strepitoso!!!!Facciamo un in bocca al lupo alla nostra amica che sta affrontando questo periodo di pancione!!!!un bacio grande

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